Legalizzazione Cannabis, Mario Adinolfi, Presidente del Popolo della famiglia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Legalizzazione cannabis? E’ un segnale politico che non si era mai visto. Non c’era mai stato un esponente di questo livello del governo che presentasse una proposta di legge del genere. Qui non parliamo neanche di cannabis light, che il Comitato superiore di sanità ha definito potenzialmente nociva. Non solo il ministro Grillo non gli ha dato retta, ma ha sciolto il Comitato e la cannabis light si continua a spacciare”. Sulla finale di supercoppa in Arabia Saudita: “Sono juventino accanito e guarderò la Supercoppa italiana, ho già preso i biglietti aerei per la finale di Champions a Madrid il 1 giugno. Per quanto riguarda la polemica sulle donne in Arabia è folle, il contratto è stato stipulato a suon di milioni sapendo bene che Stato fosse l’Arabia Saudita. Vendiamo miliardi di euro di armi agli arabi e non si può consegnare a Rugani e Donnarumma il ruolo di testimonial della durezza italiana contro i consumi arabi. L’Arabia è un regime retrogrado, prova che l’Islam nel suo cuore ha un qualcosa di complicato da affrontare e se non lo affronta l’Islam diventa un problema sia a livello religioso che culturale. Quella roba è contenuta nei loro libri sacri. Di questo dovremmo discutere, ma questo è un ragionamento tabù, invece preferiamo togliere il bambinello dal Presepe per non dare fastidio agli arabi”

Riguardo la comunicazione sull’Aids

“Si è riusciti a battere un’idea di discriminazione che allora c’era, anche perché la comunicazione era tale, vi ricordate lo spot istituzionale con il malato di Aids circondato da una luce viola. E’ anche vero che nei primi anni 80 quando scoppiò la prima epidemia di Aids non sapevamo cosa fosse quindi ci si è dovuti confrontare con un mondo tutto nuovo. Io in quel momento fui il primo ad avere la forza di dare un messaggio non discriminatorio nei confronti dei malati che erano trattati come gli appestati del ‘60, anche se la discriminazione non era verso le persone era una preoccupazione dovuta al fatto che non si sapeva cosa stava accadendo”.

Sull’uso dei contraccettivi

 “Noi siamo contrari. La prevenzione si fa attraverso la sessualità responsabile, io non corro rischi di contrarre la malattia perché conosco la persona con cui faccio l’amore, quella persona ha lo stesso tipo di rispetto nei miei confronti. Se viene mio figlio di 18 anni a chiedermi di fare il giro delle prostitute, io non è che gli do il preservativo, gli do uno schiaffo e gli spiego che deve imparare a rispettare le donne. Anche per i rapporti occasionali è lo stesso, chi è più continente non corre rischi. Dire: vai con chi ti pare ma usa il preservativo è una risposta al problema che a me sembra debole”.

Sulla proposta di Mantero (M5S) di legalizzare la cannabis

 “E’ un segnale politico che non si era mai visto. Non c’era mai stato un esponente di questo livello del governo che presentasse una proposta di legge del genere. Siamo lieti che il ministro Fontana abbia detto che è escluso che il governo possa dare stura alla proposta del principale partito di maggioranza. Qui non parliamo neanche di cannabis light, che il Comitato superiore di sanità ha detto che è potenzialmente nociva. Pensate cosa sarebbe successo se il Comitato avesse definito un cibo potenzialmente nocivo. Invece la cannabis light si continua a spacciare, non è vendita è spaccio. Non solo il ministro Grillo non gli ha dato retta, ma ha sciolto il Comitato”.

Sulla Supercoppa italiana in Arabia Saudita

 “Sono juventino accanito e guarderò la Supercoppa.  Ho già preso i biglietti aerei per la finale di Champions a Madrid il 1 giugno. Per quanto riguarda la polemica sulle donne in Arabia è folle, il contratto è stato stipulato a suon di milioni sapendo bene che Stato fosse l’Arabia Saudita. Vendiamo miliardi di euro di armi agli arabi e non si può consegnare a Rugani e Donnarumma il ruolo di testimonial della durezza italiana contro i consumi arabi. Il solito meccanismo all’italiana: prima prendi 25 milioni e poi pretendi di andare lì a dirgli come devono comportarsi. L’Arabia è un regime retrogrado, prova che l’Islam nel suo cuore ha un qualcosa di complicato da affrontare e se non lo affronta l’Islam diventa un problema sia a livello religioso che culturale. Quella roba è contenuta nei loro libri sacri. Di questo dovremmo discutere, ma questo è un ragionamento tabù, invece preferiamo togliere il bambinello dal Presepe per non dare fastidio agli arabi”.

Sulla storia del milionario inglese che scopre dopo 20 anni che i suoi figli non sono i suoi

 “Come dicevano i latini Mater semper certa est, pater numquam. Questa storia ci dice anche che il legame di un padre carnale è una cosa vera. Se ti dicono: quello non è tuo figlio, quella cosa frantuma la tua esistenza”.