Era stata annunciata come una misura importante durante le prime ondate di Covid in Campania ed oggi rischia di diventare una spesa per i contribuenti campani. Si tratta delle smart card per il Covid, che attestavano la vaccinazione e che il governatore della Campania Vincenzo De Luca aveva annunciato trionfalmente durante una delle sue dirette.

La Corte dei Conti ha deciso di chiamare De Luca a processo per “danno erariale“, stimando che le smart card siano state una spesa eccessiva. Il rischio è che il governatore debba restituire alla Regione 928mila euro.

De Luca a processo alla Corte dei Conti per le smart card Covid

Se la notizia che Vincenzo De Luca era stato indagato dalla Procura Regionale della Corte dei Conti risale all’agosto scorso, oggi 5 marzo è arrivata l’ufficialità che il governatore della Campania dovrà andare a processo.

Contestate a De Luca le spese per la realizzazione delle smart card Covid, che dovevano fornire ai cittadini un attestato digitale riguardo la vaccinazione. De Luca, insieme ad altre cinque persone, avrebbe fatto spendere inutilmente alla Regione 3,7 milioni di euro ed i procuratori contabili Mauro Senatore Davide Vitale non aveva alcuna utilità, esistendo già il Green Pass.

La cifra prima segnalata è stata divisa per 6: a De Luca viene contestato un danno pari al 25 per cento di quella cifra (928.725 euro); 20% (742.980 euro) per Italo Giulivo, come coordinatore dell’Unità di Crisi Regionale nonché direttore generale della Protezione Civile della Regione Campania; 10% (371.490 euro) per Antonio Postiglione, come componente e vice coordinatore dell’Unità di Crisi Regionale; 25% per Massimo Bisogno (928.725 euro), componente dell’Unità di crisi; 10% per Ugo Trama (371.490 euro) come dirigente della direzione generale della Salute e del Coordinamento del Servizio Sanitario della Regione Campania e 10% per Roberta Santaniello (371.490 euro) come membro dell’Unità di Crisi Regionale.

L’avvocato di De Luca contesta le accuse e rilancia:

La nostra linea difensiva resta quella che abbiamo sempre evidenziato, ovvero che la smart card non si trattava affatto di un doppione, ma aveva finalità ulteriori e diverse rispetto al Green pass, così come risulterà dalla documentazione.