Gianluca Neri Macchianera sul processo Bossetti. Botta e risposta nel delitto (irrisolto) di Yara Gambirasio. Questi temi appassionano da sempre l’Italia, non solo per una componente vouyeristica nostrana esecrabile ma anche per la voglia che, per fortuna, questo paese ha di fare giustizia. Il corpo della giovane ragazza chiede verità ma ancora s’è lontani dal farla. Dice la sua, in questa giostra mediatica, il blogger Gianluca Neri che è intervenuto ai microfoni di “Legge o Giustizia” del nostro Matteo Torrioli per spiegare come è stata prodotta la famosa “foto” presentata dagli avvocati difensore di Massimo Giuseppe Bossetti durante il processo d’appello. Ecco cos’ha detto Macchianera in diretta su Radio Cusano Campus.

Gianluca Neri Macchianera sul processo Bossetti. La foto in questione dimostrerebbe (il condizionale è d’obbligo) l’assenza del corpo della giovane Yara Gambirasio dal campo di Chignolo d’Isola un mese prima del suo ritrovamento. Se ciò fosse confermato si dovrebbe riscrivere l’intera storia del processo. Ecco come la spiega Macchianera on-air su Radio Cusano Campus:

Il pregresso:

“Sei mesi fa ho cominciato a lavorare su un documentario sul caso di Yara Gambirasio. Mi sono chiesto: visto che il corpo di Yara sarebbe dovuto essere lì in quel campo per tre mesi, gli inquirenti hanno controllato tutte le immagini? Ovviamente sono andato a cercare le foto commerciali ed ho trovato un passaggio di un satellite sul campo il 24 giugno 2011: a quel punto ho comprato la foto.  Ho zoomato sul campo di Chignolo ed ho sovrapposto a questa foto altre immagini. Intanto ho scoperto che anche il gps della polizia ha sbagliato di due metri rispetto al punto esatto in cui è stato ritrovato il corpo”.

Su come sia stata individuata la posizione esatta:

“E’ stata ricavata sovrapponendo la foto con gli uomini della scientifica quando venne ritrovato il corpo: in quella foto satellitare, scattata circa un mese prima, il corpo di Yara sembra non esserci. Bisogna dire che la risoluzione minima di 50 centimetri al suolo non aiuta. Il corpo dovrebbe essere grande dai 3 ai 5 pixel. Se non il corpo si dovrebbe vedere una macchia che si staglia sul resto del campo. Questa macchia non si vede. Abbiamo anche fatto un confronto con dei piloni di cemento che si trovano lì vicino di 70 cm e si vedono chiaramente. Si vede anche la sbarra che nega l’accesso alla via sterrata”.

Sul fatto che le parti civili abbiano detto che la foto siaè “taroccatissima”:

“La parte civile ha iniziato ad arrabbiarsi quando abbiamo mostrato che si vedevano quei dettagli. La foto esiste, è venduta da Digital Globe ed è corredata da tutti i documenti. È la stessa parte civile che l’altra volta ha detto che l’ombra dei capannoni poteva coprire il corpo di Yara: questo vuol dire che forse neanche loro sapevano dove fosse il corpo di Yara. Questa foto è il tassello di un puzzle in un processo indiziario. Tutti gli indizi, dai furgoni alla cella del cellulare, al dna pieno di incongruenze,  vanno a costruire una realtà secondo la quale, obiettivamente, non si può dire che Bossetti sia colpevole oltre ogni ragionevole dubbio”. 

ASCOLTA QUI IL PODCAST DELL’INTERVISTA DI GIANLUCA NERI MACCHIANERA SUL PROCESSO BOSSETTI