Vialli Champions Juve. Ci sono momenti in una carriera di un calciatore che hanno un significato particolare. Era il 1992, Gianluca Vialli approdò alla corte di Giovanni Trapattoni per giocare con la Juventus.

I primi tempi sono stati molto difficili, il Vialli della Sampdoria era un lontano parente di quello della Juventus: faticava a segnare ed era più le volte che stava fuori per infortunio di quelle che giocava

A Torino era da molto tempo che non si vinceva qualcosa di importante, pertanto dopo il ritorno del Trap (che ne 92/93 ha conquistato una coppa UEFA) richiamato da Boniperti per una ricostruzione totale, arrivò Marcello Lippi, allenatore emergente dei primi anni ’90 che aveva già fatto bene col Cesena, a Bergamo con l’Atalanta e al Napoli.

Fu proprio il tecnico viareggino a scommettere nuovamente sul Vialli calciatore e leader allo stesso momento “affidandogli le chiavi dello spogliatoio bianconero”: Baggio era sempre in condizioni precarie e lui aveva bisogno oltre che di un attaccante fortissimo anche di una guida per lo spogliatoio.

Vialli Juve Champions: i due gol pesanti nelle semifinali contro il Nantes

Non si fece attendere la risposta in mezzo al campo e dentro le 4 mura degli spogliatoi da parte di Vialli. Prima trascinò a suon di gol la Juventus (in doppia cifra) alla conquista dello scudetto numero 23 e poi l’anno seguente nel cammino di Champions. Erano 9 lunghi anni che la Juve non giocava una partita di Coppa Campioni.

In quella Champions Vialli segnò solo 2 gol ma riducendolo alla sola lettura del numero, diremmo: “poca cosa!”. E’ invece è il peso di quei gol che hanno inciso e non poco. Li segnò tutti e due nelle semifinali contro il Nantes: in quella di andata sbloccando una partita oltremodo difficilissima (risultato finale 2 a 0) e in quella di ritorno (partita altrettanto complicata tra l’altro persa dalla Juve per 3 a 2) il gol che di fatto consegnò alla Juve l’accesso in finale.

Vialli Juve Champions: la notte magica di Roma

Una serata perfetta per la Juventus. Uno stadio Olimpico a tinte bianconere surclassò le bandierine biancorosse dei Lanceri di Amsterdam. Già l’atmosfera era dalla parte dei ragazzi di Lippi, per non parlare poi del gol da posizione quasi impossibile di Ravanelli.

Penna bianca (così soprannominato per i suoi capelli brizzolati già in giovane età) al 13′ mise subito il match in discesa, approfittando di uno svarione difensivo degli avversari e trovando la via del gol calciando mentre stava perdendo l’equilibrio.

Una rete realizzata per questione di centimetri: quelli che separavano l’attaccante dalla linea di fondo, e quelli che impedirono a Silloy di respingere la sfera con un intervento alla disperata in scivolata sulla linea di porta.

Il pareggio di Litmanen, però restituì fiducia ad un Ajax pronto a reagire alle incursioni continue della Juve, che pressava a tutto campo non dando respiro agli avversari. In un certo modo il gol dello Svedese è come se avesse rimesso in gioco un avversario già al tappeto.

Vialli Juve Champions: i rigori

La partita si giocò oltre i tempi regolamentari, ma il copione non cambiò: l’Ajax era in affanno, mai entrata in partita, la Juve correva a destra, a sinistra, sotto sopra, insomma arava il campo e il capitano con coraggio spingeva tutti all’arrembaggio.

Molte le conclusioni fallite di poco, anche Vialli ebbe le sue, in una di queste, driblò Van Der Sar ma troppo defilato calciò sull’esterno della porta.

La squadra era lo specchio del suo capitano. Tutta corsa, potenza e muscoli. Ma non rozza, di qualità. Quando doveva impostare lo faceva attraverso i piedi buoni di Deschamps e Pauolo Sousa, quando doveva attaccare attraverso la ferocia agonistica di Gianluca.

La partita però non si sbloccò ed ebbe il suo epilogo con la lotteria dei calco di rigore.

Vialli, Lippi e l’aneddoto sui rigori di Juventus-Ajax

Di qualche anno fa l’intervista dell’ex capitano della Juventus Gianluca Vialli. Nell’occasione raccontò un retroscena che in pochi sanno sui calci di rigore. Al termine dei 120 minuti, Lippi ci ha guardato negli occhi per capire chi se la sentisse di calciare i rigori. Io sono stato il primo a cui si rivolse: ‘Luca, vuoi tirarlo?‘. Risposi: ‘Marcello, se trovi cinque pazzi che vogliono andare sul dischetto, li guardo volentieri da fuori. Altrimenti, sono a disposizione’.

Se avessi sbagliato quel rigore, alla luce della finale persa con la Sampdoria, avrei avuto un forte contraccolpo psicologico. Per fortuna, i cinque rigoristi designati furono (Gianluca) Pessotto, (Ciro) Ferrara, (Vladimir) Jugovic, (Michele) Padovano e (Alessandro) Del Piero, il quale non dovette neppure calciarlo perché avevamo già vinto. Ricordo che ero aggrappato a Ciro Ferrara, e non ce la facevo a guardare“.

Vialli e il riscatto di Wembley con gli altri doriani

Nella stagione 1992 la Sampdoria coronò il sogno di approdare in finale di Coppa Campioni. L’avversario di turno fu il Barcellona che negò la gioia di esultare a Vialli e compagni: tra questi Wierchowod e Lombardo.

Il destino regalò loro l’opportunità di vincere una finale di Champions dopo la delusione di 4 anni prima con la maglia blucerchiata. Sia Wierchowod che Lombardo erano calciatori della Juve e poterono godere anche loro della conquista della tanto desiderata coppa dalle grandi orecchie.

Vialli ha goduto due volte: la prima perché l’ha vinta e la seconda perché l’ha alzata da capitano.