Bologna diventa la prima “Città 30” di Italia: da oggi, infatti, nel 70% delle strade del capoluogo dell’Emilia Romagna il limite massimo per la circolazione sarà di 30 km/h.

Questo abbassamento dei limiti di velocità, tuttavia, è solo l’aspetto più evidente di un’iniziativa più ampia che mira a cambiare la vivibilità della città, secondo un modello già sperimentato in altre città europee, come Londra, Madrid e Bruxelles.

Lo scopo dei progetti denominati “Città 30” è infatti ripensare la mobilità urbana, garantendo non solo maggior sicurezza nelle strade ma una vera e propria riprogrammazione degli spazi pubblici attraverso l’implementazione di un modello, come si legge sul sito Bologna Città 30, da cui nessuno «tornerebbe mai indietro». Non tutti, però, sono d’accordo.

Referendum contro Bologna Città 30, il progetto del sindaco Lepore non convince le opposizioni

Per dire no al progetto di Bologna Città 30 , infatti, le forze di opposizione alla giunta Lepore – Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – hanno deciso di costituirsi in un comitato “No Città 30” e promuovere una raccolta firme per l’indizione di un referendum consultivo.

Secondo i partiti promotori – supportati anche da forze civiche del territorio – il modello voluto da Lepore porterà solo disagi ai cittadini, senza per questo ottenere l’obiettivo di garantire una maggior sicurezza stradale nelle vie bolognesi, come spiega a TAG24 Manuela Zuntini, consigliera comunale del gruppo Fratelli d’Italia a Bologna.

No a Bologna Città 30, Zuntini (FdI): “Progetto solo ideologico”

Consigliere Zuntini, perché Fratelli d’Italia è contraria al progetto di Bologna Città 30?

«Sin dall’inizio si è compreso come questo provvedimento fosse prettamente ideologico. L’impressione è che si voglia far sempre apparire Bologna come prima della classe, anche quando gli interventi scelti non sono assolutamente utili per i cittadini.

Nelle argomentazioni della giunta Lepore, il principale scopo di Città 30 sarebbe quello di evitare incidenti e salvare vite. Chiaramente noi condividiamo questo obiettivo, ma non è con questa strategia che si risolverà il tema della sicurezza stradale.

Il provvedimento del sindaco, infatti, va a ridurre la velocità sul 70% delle strade urbane di Bologna ma in modo non ponderato, senza alcuna valutazione delle specificità di ogni tratta. Si abbassa la velocità, dunque, ma non si considera il tema della cattiva manutenzione del manto stradale o della scarsa illuminazione in alcuni attraversamenti».

Zuntini (FdI): “Bologna Città 30 è un progetto non condiviso con i cittadini”

La riduzione della velocità a 30 km/h non contribuisce, a suo giudizio, a migliorare la sicurezza stradale?

«Sino ad oggi, fatta eccezione per qualche autovelox fisso – che non ha portato ad alcuna riduzione dell’incidentalità, contribuendo solo a ‘fare cassa’ – non abbiamo visto tutta questa attenzione al controllo dei limiti di velocità. Se questa cautela ci fosse stata, allora, si sarebbe potuto controllare meglio anche nelle strade dove attualmente il limite è di 50 km/h: eppure si sceglie di farlo solo oggi mettendo la polizia in strada con i telelaser.

Per questo progetto, peraltro, si sono spesi già da mesi milioni di euro per finanziare convegni, pettorine, manifestazioni, cartelloni e pubblicità: ecco, io credo che queste risorse si sarebbero potute utilizzare diversamente, andando magari a intervenire sui problemi che indicavo prima.

Segnalo, poi, che il Comune ha portato avanti il progetto di Città 30 senza un reale coinvolgimento dei cittadini e delle categorie interessate, come dimostrano i cortei di protesta di questi giorni. I primi disservizi a cui abbiamo assistito oggi non sono, pertanto, che la conferma di criticità ampiamente prevedibili».

No a Bologna Città 30, Zuntini (FdI): “Questa è la tempesta perfetta per la città”

Il modello di Città 30 mira a ottenere dei benefici più ampi rispetto alla sola riduzione delle velocità: crede che questi altri risultati prospettati saranno raggiunti?

«Sicuramente no, dato che, come si sta dimostrando, si creeranno ancora più rallentamenti non solo per il trasporto privato, ma anche per quello pubblico, il quale necessiterebbe di importanti investimenti per diventare più competitivo.

Oggi l’amministrazione comunale sta facendo di tutto per spingere le persone ad abbandonare il mezzo privato, ma senza offrire soluzioni adeguate. Aggiungo, peraltro, che questa decisione arriva durante la tempesta perfetta per Bologna: in città ci sono infatti tantissimi cantieri aperti che già da soli creano ingorghi e blocchi.

È chiaro che l’obiettivo di una città efficiente e meno inquinata sia condiviso da tutti: il punto tuttavia è che non era questa la strada da perseguire».

Referendum Bologna Città 30, Zuntini (FdI): “Dimostreremo a Lepore cosa pensano i cittadini”

Confida nel fatto che riuscirete a promuovere il referendum per il No a Bologna Città 30?

«A mio parere sì. Sono mesi che con i nostri banchetti informiamo le persone e raccogliamo firme per far capire quale fosse l’umore dei cittadini rispetto a questa decisione. Ci è stato detto che siamo in ritardo e che non è il momento giusto: noi la pensiamo tuttavia diversamente. Credo infatti che ora che il provvedimento è operativo le persone, vedendo i risultati, saranno pronte a mobilitarsi.

Il sindaco dice che la maggioranza dei bolognesi è a favore della misura. Noi cercheremo di dimostrare in contrario, innanzitutto raccogliendo le firme e, auspicabilmente, portando in consiglio comunale un esito di cui si dovrà tener conto».