Dura lex sed lex, legami affettivi reali a parte! Basti pensare al caso della baby sitter salernitana diventata mamma della bambina di cui si è occupata per tanto tempo, o alla decisione presa dal Tribunale per i Minorenni di Trieste, a proposito del seienne conteso dai genitori. Dev’essere umiliante per due adulti, maturi, responsabili, vedersi sottratto ogni potere decisionale, e vedersi estromessi dalla vita di un figlio, soprattutto se ad avere la meglio è la “sincerità affettiva” del rapporto. Uno dei due, o entrambi, potrebbero aver peccato, certamente di buon senso tra loro, e in secondo poi di carineria verso il pargolo, tanto da perdere ogni potestà genitoriale. Abbiamo commentare la notizia triestina con Gerardo Soricelli, docente di Diritto Amministrativo II, della Facoltà di Giurisprudenza, dell’Università Niccolò Cusano, il quale ha detto: “Secondo i principi generali dell’ordinamento giuridico italiano prevedono l’interesse e la tutela generale del minore. Partiamo anche dal fatto che molte convenzioni internazionali hanno tutelato i minori in maniera preponderante. Oggi ci troviamo di fronte ad una serie di istituti che tendono a tutelare gli interessi dei minori a prescindere dall’età.” 

“Il giudice ha il dovere di sentire i minori, nei casi di separazione, o divorzio dei genitori, e di ascoltare anche i minori di dodici anni qualora abbiano capacità di discernimento. Il giudice sente il minore di dodici anni, ai fini dell’andamento processuale. Il diritto interviene dopo che la realtà sociale si è dipanata. Le leggi sui divorzi, e sulla bigenitorialità sono il frutto di approfondimenti sociali posti in essere da psicologi, sociologi, professionisti che lavorano a stretto contatto con i minori”, ha aggiunto subito dopo, Soricelli in radio.

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