Aveva solamente 14 anni, gli occhi azzurri e un sorriso smagliante la giovane Annalisa Durante, una ragazza uccisa dalla camorra la sera del 27 marzo 2004 a Napoli: la sua è una storia triste, caratterizzata da una grande ingiustizia e una vita spezzata “per errore”.

Chi era Annalisa Durante: la storia

Annalisa Durante era una giovane studentessa di 14 anni che amava trascorrere il tempo libero in compagnia delle sue amiche e dei suoi compagni di scuola. Era una ragazza felice e solare, che viveva in un quartiere degradato di Napoli. Di questo ne era perfettamente cosciente.

Annalisa conosceva bene la sua zona e le varie problematiche che la affliggevano. Come hanno raccontato infatti i suoi insegnanti poco dopo l’uccisione della giovane, lei sognava di vivere, un giorno, in un’altra città.

Non voleva più assistere a scippi, rapine, degrado povertà. Non voleva avere a che fare da grande con contesti di tossicodipendenza, di camorra e di criminalità.

Era la sera di sabato 27 marzo 2024 quando la ragazza si aggirava tra le vie di Forcella, uno dei quartieri più malfamati della città campana. Per le strade non c’era molta gente perché la maggior parte dei cittadini e delle cittadine era chiusa in casa per vedere la partita del Napoli.

In un attimo tutto quanto cambiò e la giovanissima divenne una delle tante e innocenti vittime della camorra. In via Vicaria Vecchia iniziarono a udirsi diversi spari. Annalisa stava chiacchierando con un’amica.

Ad un certo punto, dei ragazzi a bordo di due diversi scooter, con le pistole in mano, iniziano a spararsi dei colpi a vicenda.

I primi erano diretti al boss Salvatore Giuliano, noto anche come ‘O russo, per via del colore dei suoi capelli. Era l’obiettivo. All’epoca aveva 19 anni.

Giuliano rispose all’attacco dei sicari e sparò. Il problema fu che Annalisa Durante sfortunatamente si trovava proprio sulla traiettoria.

Un proiettile la colpì in faccia. Le trafisse l’occhio e arrivò fino al cervello della ragazza di appena 14 anni.

Il coma e la morte

La minore venne portata d’urgenza in ospedale in codice rosso. Le sue condizioni erano gravissime. A seguire ci furono tre giorni di agonia. Annalisa Durante non morì sul colpo.

Rimase in stato vegetativo, con una macchina che le pompava l’ossigeno nei polmoni. Tre giorni dopo quella tragica sera, la giovane si spense.

I genitori decisero di compiere un grande gesto altruistico, acconsentendo alla donazione degli organi. Pare che Annalisa abbia salvato altre 7 vite umane.

Il caso sconvolse l’Italia intera. Poco dopo il decesso della ragazza vennero reso noti alcuni suoi diari e alcune sue lettere. Annalisa diceva di sognare una Napoli più sicura e più pulita, senza camorra e senza criminalità.

La condanna di Salvatore Giuliano

Il 31 marzo del 2006 l’allora 21enne Salvatore Giuliano venne condannato dai giudici della quarta sezione della Corte d’assise del tribunale di Napoli. La pena stabilità fu di 24 anni di reclusione.

Giuliano venne riconosciuto, con sentenza definitiva, come un’esponente dell’omonimo clan e come obiettivo dell’agguato in cui Annalisa perse la vita.

La pena era stata ridotta in appello a 18 anni. Ma, con la sentenza del 16 aprile del 2008, la Cassazione ha definitivamente condannato Salvatore Giuliano a 20 anni di reclusione.

Come riferisce il Corriere della Sera, l’uomo ha scontato 16 anni, poi è tornato nuovamente in libertà. Un anno dopo però è stato nuovamente arrestato per racket.

Infine, sempre stando a quanto riferito dal medesimo giornale, Giuliano ha iniziato a collaborare con la giustizia.

Pare che non abbia mai chiesto scusa a Giannino Durante, il papà di Annalisa, né alla mamma. Ancora oggi i genitori cercano di mantenere vivo il ricordo della loro figlia in tanti e diversi modi.

Proprio alla ragazza ingiustamente uccisa dalla camorra sono stati intitolate strutture come l‘Asilo Nido di Via Vicaria Vecchia ed una biblioteca. Quest’ultima si chiama “Biblioteca a porte aperte Annalisa Durante” ed è alimentata esclusivamente da libri ricevuti in dono.

Anche lo Stato italiano onorato la giovanissima vittima.