Aumento benzina. Volano i prezzi dei carburanti. In base alle rilevazioni settimanali del Mite, nell’ultima settimana la benzina verde ha raggiunto un prezzo medio di 1,849 euro al litro mentre il gasolio è arrivato a 1,722 euro litro.

Un impoverimento per i cittadini e un danno per l’economia

Secondo i calcoli delle associazioni dei consumatori un pieno di benzina, dall’inizio dell’anno è aumentato di oltre sei euro e mezzo.

“Una emergenza che impoverisce i consumatori. Ma molto utile alle casse dello Stato che i incamera maggiori entrate grazie alle tasse che gravano su benzina e gasolio”. Il pensiero del presidente di Assoutenti Furio Truzzi. L’aumento della benzina alla pompa determina maggiori costi per i rifornimenti. Le famiglie spenderanno +400 euro annui a cui bisogna aggiungere gli aumenti diretti sui prezzi al dettaglio di una moltitudine di prodotti. “Oggi un litro di benzina costa il 21,9% in più rispetto lo scorso anni, mentre il gasolio vola al 23,9% – analizza il presidente Furio Truzzi – Questo significa che un pieno costa in media 16,6 euro in più rispetto al 2021, con un aggravio di spesa di circa 400 euro a famiglia. A tali effetti diretti occorre aggiungere quelli indiretti sui prezzi al dettaglio, considerato che in Italia l’85% della merce viaggia su gomma.”

Anche per il Codacons questi aumenti  sono danno per l’intera economia. “Il Governo non può più rimanere a guardare, e serve intervenire con urgenza perché la corsa dei listini di benzina e gasolio sta determinando effetti pesanti sui prezzi al dettaglio, con un danno per l’intera economia”, dice il presidente del Codacons Carlo Rienzi.

“Urgente l’intervento del Governo”

Le associazioni tornano quindi a chiedere un intervento urgente del Governo. “Il Governo sta dormendo e non comprende che anche i carburanti, al pari di luce e gas, stanno facendo decollare l’inflazione, incidendo sui costi di trasporto di tutti i beni. Per questo è urgente che si riducano le accise di almeno 20 centesimi, raffreddando i prezzi e facendoli tornare a livelli ragionevoli”. Così Massimiliano Dona presidente dell’Unione consumatori. Un contributo alla situazione viene offerta dalle associazioni che chiedono al premier Draghi di poter essere  convocate più presto per studiare provvedimenti volti a contrastare il caro-benzina, partendo dall’indispensabile sterilizzazione dell’Iva e da una riduzione del peso delle accise, misura che oramai sembra non più rinviabile.