È atteso per il prossimo 5 aprile il passo successivo nella terribile vicenda che vede protagonista il giovane Filippo Mosca, in cella nel carcere di Porta Alba in Romania con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Peccato che quanto stia accadendo al ragazzo e ai suoi amici non corrisponda a verità. Per questo l’europarlamentare Francesca Donato, di Democrazia Cristiana Sicilia, si è interessata alla vicenda e in concerto con l’Ambasciata Italiana si recherà nel Paese per registrare le condizioni di detenzione del ragazzo e verificare le eventuali violazioni dei diritti umani e dei detenuti.

Caso Filippo Mosca, Donato: “La competenza del giudizio è della Giustizia rumena. Difficile intromettersi”

Mentre Filippo e i suoi amici continuano a rimanere imprigionati in Romania, la famiglia Mosca si è rivolta all’europarlamentare di Democrazia Cristiana Sicilia, Francesca Donato, per far luce sulle reali condizioni di detenzione del giovane 29enne.

L’eurodeputata, infatti, è attesa per il prossimo 5 aprile presso il carcere di Porta Alba per far visita ai detenuti italiani coinvolti nel caso. Ai giornalisti di TAG24, Donato ha spiegato come si svolgerà la visita e cosa, al momento, è possibile fare a livello giuridico.

D: Lei è l’unica che si sta interessando del caso di Filippo Mosca o si sta muovendo insieme ad altri suoi colleghi?

R: No, al momento sono da sola.

D: Dal momento che non esistono prove consistenti a sostegno della colpevolezza del ragazzo, cosa si potrebbe fare a livello europeo per aiutare Filippo?

R: A livello giudiziario è complicato. Essendo il reato avvenuto in Romania, la competenza per il giudizio è della Giustizia rumena e, quindi, è molto difficile intromettersi e sindacare le decisioni dei giudici rumeni. Quello che io voglio e posso fare è che andrò il 5 aprile a visitare i ragazzi detenuti nel carcere a Porta Alba, insieme all’Ambasciatore italiano. Sulla base delle condizioni carcerarie, che registrerò dalla mia visita, chiederò, facendo leva sul Ministero degli Esteri, che venga concessa l’estradizione dei detenuti italiani. Intanto, quindi, una detenzione nelle carceri italiane, dove sarà anche più semplice per i parenti mantenere i contatti con i loro cari. Poi, se verrà concessa la possibilità di trasferire il giudizio in Italia, sarà più semplice anche verificare la fondatezza delle accuse e quant’altro.

Ovviamente, su questo non posso dare alcuna garanzia. Il mio lavoro e intento è accertarmi personalmente che le condizioni di detenzione siano conformi alle normative previste nel rispetto dei diritti dei detenuti. Laddove così non fosse di denunciarlo e, quindi, lavorare di concerto con la Farnesina per ottenere il trasferimento dei detenuti in un carcere italiano. Chiaramente, da lì, anche l’attenzione politica e mediatica sul caso dovrebbero aiutare il Ministero degli Esteri che è l’unico, onestamente, che ha il potere di trattare con il Governo rumeno per ottenere qualcosa di più, una maggiore incisività.

Tanto rumore per il caso Salis, ma con Filippo la politica rimane zitta

Ascoltando la storia di Filippo Mosca è impossibile non pensare all’altro celebre caso giudiziario, quello di Ilaria Salis. L’insegnante, infatti, è stata arrestata in Ungheria con l’accusa di essere coinvolta nell’aggressione ad alcuni neonazisti ungheresi e non.

Il caso di Ilaria ha suscitato molte polemiche e ha fatto molto rumore. Manifestazioni e reiterate richieste di alcuni politici a Giorgia Meloni, di avviare trattative con il presidente ungherese Viktor Orbán, hanno infiammato il Paese per settimane.

Davanti a un’Italia che continua a urlare di riportare a casa Ilaria – detenuta in una cella in condizioni igienico-sanitarie terribili e costretta a vivere in mezzo agli insetti e ai topi e di dormire in letti infestati da cimici – il governo ha sempre risposto di non poter fare nulla.

Una impotenza che diversi esponenti di partiti e l’opinione pubblica fanno fatica ad accettare, accusando, piuttosto, il governo di inattività. Allora viene spontaneo chiedersi: perché non c’è stato tutto questo rumore anche per Filippo? Perché il ragazzo non ha ricevuto l’attenzione che merita?

Pochissimi media, infatti, hanno dato rilievo e importanza a quanto sta accadendo alla famiglia Mosca e alle famiglie dei suoi amici, incarcerati insieme a lui. Stesso discorso per il mondo della politica, che sembra sordo e cieco davanti all’incubo che la madre del 29enne siciliano ha raccontato ai giornalisti di TAG24.

Donato, ribadendo l’impossibilità di intromettersi nel sistema giudiziario di un Paese estero, ha sottolineato che la noncuranza con cui il caso di Filippo è trattato dipenda da “equilibri politici“.

D: Perché di Filippo, eccetto lei, non si sta interessando nessuno, invece, per Ilaria Salis si è smosso più di qualcosa?

R: Perché, purtroppo, dipende da tanti equilibri politici, dalla rilevanza mediatica di certi casi giudiziari e dal fatto che il caso di questi nostri corregionali non è altrettanto rilevante per alcuni partiti. Quindi si dà poco spazio. Questo io non lo ritengo assolutamente accettabile.

D: La visita del 5 aprile c’è qualche speranza che possa incidere sull’udienza del 19 aprile?

R: Purtroppo, su questo non posso darle alcuna previsione, perché, chiaramente, il percorso giudiziario segue un binario completamente diverso. Dunque, non posso dare nessuna garanzia né tantomeno alcuna previsione. Ribadisco, quello che posso fare è spingere perché si apra, poi, un’estradizione in Italia