Gli operatori sanitari: eroi moderni

Un nemico invisibile ha letteralmente stravolto la nostra vita, scrivendo una pagina controversa della nostra modernità che non si potrà dimenticare facilmente. Bardati per ore e ore con turni disumani, facendosi carico del peso di tale responsabilita’ oltre che del loro peso emotivo. Negli ospedali, e in generale nel settore dei servizi di assistenza, molti lavoratori hanno pagato il loro lavoro con la vita, spesso a causa della mancanza di attrezzature di protezione.

I cittadini di tutto il mondo hanno testimoniato la loro gratitudine al personale medico: la Curva Sud dei tifosi del Milan e il club rossonero hanno dedicato la coreografia del derby di Milano a medici e infermieri che hanno lottato contro il Covid.

Uno spettacolo imponente, con bandierine, striscioni e l’immagine di infermieri, medici con mascherine e la bandiera tricolore in mano.

“A chi ha lottato, a chi non ce l’ha fatta, a chi ha combattuto in prima linea per salvare la Nazione. Rendiamo onore a tutte queste persone. Dedichiamo la coreografia più importante della stagione”, la scritta sugli striscioni della Sud.

 

Uno sguardo ai social

Tra le tante pagine social di infermieri, medici e operatori sanitari che raccontano le loro esperienze in prima linea, ce n’è anche una su Instagram che si chiama proprio @dietrolamascheralibro.

Appartiene a Pasquale Dente, un infermiere di origini napoletane che ha deciso di raccontare nero su bianco l’esperienza vissuta.

Adesso lavora con la Oxford University in terapia intensiva cardiotoracica divenuta reparto Covid, ed è proprio da lì che vede il suo libro arrivare sulle scrivanie degli infermieri italiani.

Con il suo romanzo “Dietro la maschera”, sorprende il panorama editoriale raccontando come questo virus letale ha messo in ginocchio tutto il mondo.

L’autore dedica a questo buio periodo esistenziale e mondiale una storia con protagonista Lucia, a sua volta voce narrante, che lavora come infermiera e descriverà appunto l’ambiente professionale con profonda autenticità. Insieme a Lucia ci sono altri personaggi rappresentati da giovani ragazzi, suoi coinquilini, migrati come lei al nord Italia per cercare fortuna. La protagonista inizia a sentire il boom di notizie sull’espandersi del virus quando è in vacanza in Egitto, per poi tornare a casa e vivere direttamente sulla propria pelle tale inferno.

Il titolo fa un evidente richiamo alla vita che si cela dietro la mascherina chirurgica, con amori incompresi, amicizie, e paure varie che non trapelano oltre questo pezzo di stoffa. Il finale a sorpresa è un evidente messaggio lanciato dall’autore che vuole far riflette il suo pubblico

 

Pasquale si racconta ai microfoni di Cusano Italia Tv:

“Questo libro nasce dal momento in cui sono entrato nel mio reparto, la terapia intensiva cardiotoracica presso la Oxford University. Ero libero dal turno per quattro giorni consecutivi: ricordo che ero smontante notte la mattina di lunedì e che non avevamo pazienti positivi al Covid, anche se vociferava che sarebbero potuti arrivare. Quando sono tornato Giovedì notte a lavoro ho trovato 20 pazienti positivi intubati e la situazione sembrava davvero impossibile da gestire, paradossale e surreale.”

Pasquale afferma, quasi ancora incredulo, quanto tutto sia diverso se ascoltato al telegiornale o per sentito raccontare.

“Quando sono tornato a Napoli alcune persone mi hanno fermato per strada chiedendomi se davvero tutto questo fosse reale. Qualcuno mi ha detto che il mio libro va ad alimentare una situazione che non esiste, come se io fossi manovrato da una corrente pseudo-politica. Sono semplicemente manovrato dai miei occhi, che hanno visto una situazione brutta, e purtroppo continuano a vederla.”

Pasquale Dente, un infermiere come tanti ma che con una certa dose di coraggio ha voluto mettere su carta cio’ che è rimasto impresso nella mente di molti.

Prima di Natale uscirà uno spin off, “abbiamo perso tutti”.

Con l’augurio che a perdere, alla fine, sia questo maledetto virus.