Sono ancora tanti gli interrogativi che ruotano attorno alla morte di Marco Conforti, l’imprenditore di 55 anni trovato senza vita all’interno del bagagliaio della sua auto lo scorso 28 maggio nel quartiere Aurora di Torino. Stando a quanto emerso dall’autopsia, sul suo corpo non sarebbero stati ritrovati, infatti, segni di violenza o colluttazione. Gli inquirenti ipotizzano quindi che possa essere stato un gesto volontario, anche se non escludono nessuna pista. Intanto, sui social, gli amici continuano a ricordarlo con affetto.

Morte di Marco Conforti a Torino: è giallo. L’ipotesi del gesto volontario

Nelle ultime ore, dopo aver visionato l’esito dell’esame autoptico effettuato sulla salma del 55enne, gli inquirenti avrebbero iniziato ad escludere l’ipotesi che possa essere morto in seguito ad un gesto violento. Sul corpo di Marco Conforti, trovato senza vita il 28 maggio scorso a Torino, non sarebbero stati rinvenuti, infatti, segni che potrebbero far pensare a un omicidio. Si starebbe così facendo strada la pista di un gesto volontario. L’imprenditore, cioè, potrebbe essere entrato autonomamente nel cofano della sua Range Rover Velar.

Se qualcuno ce lo avesse messo, in seguito all’uccisione, avrebbe sicuramente lasciato delle tracce sulla sua pelle. Per il momento, comunque, non si può escludere nulla. E gli investigatori che lavorano al caso mantengono il massimo riserbo. Cosa è successo a Marco? È questo l’interrogativo a cui sperano di rispondere.

La tentata rapina

Domenica mattina, prima che i familiari del 55enne riuscissero a rintracciare la sua autovettura (grazie a un’applicazione scaricata sull’iPhone), scoprendo il corpo, qualcuno avrebbe provato a rubare il Suv. Dai rilievi è infatti emerso che la portiera anteriore destra era stata aperta dopo essere stata forzata. Tutte le altre erano chiuse, incluso il bagagliaio in cui si trovava il corpo della vittima. Dettagli importanti, che non permettono di escludere, comunque, che l’uomo possa aver chiuso la vettura dall’interno, dopo essere salito nel baule.

Ciò che è quasi certo è che sia morto almeno quattro giorni prima del ritrovamento del cadavere, attorno al 24 maggio. Gli ultimi ad averlo visto sarebbero degli amici con cui avrebbe cenato la sera prima, sempre a Torino. Dopo essere uscito dal ristorante, Conforti sarebbe entrato in uno strip club, dopo aver effettuato delle ricariche da centinaia di euro a due donne di nazionalità russa. La denuncia di scomparsa era stata presentata solo il 26 maggio, quando di lui si erano perse le tracce da un po’. Sembra che già in passato, infatti, si fosse momentaneamente allontanato, per poi ricomparire. Per questo nessuno si era insospettito.

I messaggi di cordoglio degli amici e la pista degli stupefacenti

Gli inquirenti prestano attenzione soprattutto agli oggetti rinvenuti all’interno dell’abitacolo, così come alle varie tracce presenti. Fondamentali, in tal senso, saranno le prossime perizie tecniche, che permetteranno di acquisire ulteriori dettagli sull’autovettura, chiarendo, ad esempio, se fosse stata o meno chiusa dall’interno. Sono in molti, intanto, a ricordarlo.

Spero che la verità esca presto. Tutte le cattiverie che hanno detto su di te non sono vere. Eri una bravissima persona […], con un grande cuore e buono – gli scrive un amico sui social -. Sei arrivato molto lontano, non dovevi finire così.

Tra le piste più accreditate, seguite fin da subito dagli inquirenti, c’è quella secondo cui l’uomo potrebbe aver avvertito un malore in seguito ad una serata di eccessi, dopo aver assunto grandi quantitativi di stupefacenti. Si tratta, per ora, solo di una supposizione, che potrà essere confermata o smentita dagli esami tossicologici. Al vaglio degli investigatori ci sarebbero le telecamere di sorveglianza presenti nei luoghi frequentati dal 55enne la presunta sera del decesso e quelli adiacenti al ritrovamento del corpo. La speranza è che presto, sulla sua morte, si riesca a fare chiarezza.