Ancora polemiche intorno al Pride che, in vista dell’edizione 2023, si è fatto occasione per la declinazione di un dibattito pubblico acceso ed animato. Il primo passaggio è stato fatto dalla Regione Lazio che ha ritirato il patrocinio, prima concesso, per la parata che si terrà questo sabato a Roma. Il dietrofront è stato spiegato, dal governatore Francesco Rocca, con queste parole:

È stata la dichiarazione di Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride, a farmi imbestialire. Avevamo concesso in buona fede il patrocinio e lui ne fa una strumentalizzazione vergognosa, affermando di apprezzare il fatto che la Regione avrebbe, leggo testuale, ‘deciso di sottrarsi alla trappola dei pregiudizi ideologici, prendendo le distanze politiche da quanti in Parlamento vorrebbero rendere la nascita delle nostre figlie e dei nostri figli reato universale, perseguendo la gestazione per altri.

Rocca è poi andato oltre e si è detto pronto a tornare sui suoi passi ma solo dinanzi alle scuse aperte e pubbliche di Colamarino per la sua “Dichiarazione manipolativa”. A quel punto: “Immediatamente ridaremo il patrocinio come Regione Lazio”. Strada in salita. Anzi: binario morto. Il portavoce del pride, infatti, ha già detto di non avere nessuna intenzione di scusarsi perché convinto di stare nel giusto. Il Pride di Roma, comunque, si farà anche senza patrocinio dell’ente regionale. Tutto e pronto ed anche la politica, quella d’opposizione, sarà presente ed avrà un motivo in più oltre a quello di manifestare per i diritti civili: protestare contro la decisione della giunta regionale guidata da Francesco Rocca. Tra gli altri, ci sarà il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che – ha detto – “presenzierò con gioia”.

La Lombardia si accoda: niente patrocinio

Alla decisione della Regione Lazio fa eco quella della Regione Lombardia. Il Presidente Attilio Fontana aveva detto di voler fare un passaggio in assise – dove il centrodestra è maggioranza – per prendere una decisione definitiva. Esito abbastanza scontato: Il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato, con 43 voti contrari e 23 favorevoli, la mozione discussa questo pomeriggio per delegare un rappresentante dell’aula consigliare a partecipare, indossando la fascia istituzionale, al Milano Pride 2023. La parata avrà, invece, il patrocinio del Comune di Milano con il Sindaco meneghino, Beppe Sala, che prenderà parte all’iniziativa come ogni anno.

Genova, il Sindaco Bucci dice no

Un primo cittadino che, invece, dice no al pride è Marco Bucci. Il Sindaco di Genova, infatti, ha optato per non dare il patrocinio. Un gesto di coerenza, come hanno fatto ironicamente notare alcune componenti che stanno all’opposizione in Consiglio Comunale, visto che la giunta di Bucci – che è alla guida del Comune dal 2017 – aveva già preso questa decisione nel 2018. La prima volta – come riporta il sito gay.it – nella storia della città. Tornando all’opposizione genoana questa, ieri, ha fatto sentire la sua voce in Consiglio Comunale quando, dopo le interrogazioni agli assessori di giunta, è partita una manifestazione simbolica adornata di bandiere arcobaleno ad avviarla il Consigliere Filippo Bruzzone:

Oggi come minoranza – ha spiegato, come viene riportato da Genova Today – portiamo in aula i colori dell’arcobaleno perché sabato ci sarà un’importante manifestazione per i diritti civili e sociali di questa città.

Bruzzone è stato immediatamente ripreso dal Presidente del Consiglio Comunale e messo a tacere. È intervenuto allora Ariel Dello Strologo di Genova Civica – era il Sindaco sfidante di Bucci alle ultime elezioni – che in attacco al Presidente d’aula ha ribadito il diritto di far sentire una voce minoranza anche all’interno delle istituzioni. Insomma, è bagarre. Anche a Genova, il Pride sta animando il dibattito politico.