Si è sollevato un coro di controversie riguardo alla celebrazione annuale del Roma Pride 2023, prevista per sabato 10 giugno. La Regione Lazio, dopo aver analizzato il manifesto dell'evento, ha deciso di revocare il suo sostegno affermando che la manifestazione promuove comportamenti non conformi alle leggi italiane.
La Regione Lazio ha rilasciato una nota ufficiale che mette in luce la loro decisione, evidenziando che il manifesto dell'evento, denominato Queeresistenza e disponibile al pubblico sul sito dell'evento, contiene dichiarazioni che violano le condizioni esplicitamente richieste per la concessione del patrocinio, precedentemente accordato in buona fede. La Regione sottolinea che il testo viola le condizioni di rispetto richieste per i cittadini del Lazio, sostenendo la legalizzazione di pratiche non ammesse dalla legge italiana, come l'utero in affitto. Ecco quanto si legge letteralmente:
In aggiunta a ciò, la Regione Lazio si difende dalle imminenti accuse lamentandosi della strumentalizzazione del patrocinio concesso in buona fede.
L'annuncio ha ovviamente scatenato una serie di reazioni tra gli organizzatori del Pride. Mario Colamarino, portavoce dell'evento e presidente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, ha criticato la decisione, affermando che il nuovo governo sta pagando il suo debito elettorale a Pro Vita. Inoltre, ha affermato che il logo della Regione non sarà rimosso dal loro sito, dal momento che appartiene ai cittadini del Lazio.
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha mostrato il suo sostegno all'evento tramite un post su Twitter, affermando la sua intenzione di partecipare al Roma Pride.
Alessandro Zan, deputato del Pd e responsabile dei Diritti dem, ha definito la decisione una schizofrenia di odio e discriminazione che la destra vuole diffondere utilizzando le istituzioni.
Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha rafforzato queste dichiarazioni, accusando il governo di istituzionalizzare l'omofobia.
Critiche sono arrivate anche da Forza Italia, alleati di governo, che hanno definito la decisione un grande regalo alla sinistra pur esprimendo riserve sulla pratica dell'utero in affitto.
Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale del Pd e consigliera regionale, ha definito la revoca come un atto gravissimo, allineandosi alla destra più retriva.
Anche Eleonora Mattia, consigliera dem e membro della Commissione regionale Pari Opportunità, ha criticato apertamente la decisione di Rocca:
Entrambe le consigliere invitano alla partecipazione al Roma Pride come risposta all'azione della Regione Lazio, affermando che il Partito Democratico sarà presente all'evento in supporto delle rivendicazioni del movimento.
Pro Vita & Famiglia plaude alla decisione della Regione Lazio di revocare il patrocinio al Roma Pride.
Dal testo sopra riportato estrapolato dal comunicato di Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, è evidente, quindi, come non sia solo l’utero in affitto il problema incriminato. Coghe ha poi concluso dichiarando che l’associazione continuerà a monitorare ogni atto politico-amministrativo della giunta presieduta da Rocca affinché non sia mai veicolo dell’ideologia gender e LGBT.