Mancini sventola la bandiera sotto la sud: appena dopo il triplice fischio finale di Roma-Spezia, i giocatori si apprestano come accaduto nella finale di Europa League persa contro il Siviglia, ad andare sotto la curva sia per ricevere il tributo dei propri tifosi che per ringraziarli.

Tra il popolo giallorosso e la squadra ormai si è stabilito un rapporto speciale, un’alchimia che in nessuna altra piazza si può riscontrare. I tifosi della Roma, amano i loro giocatori a prescindere da quello che è stato e da quello che sarà, si rivolgono sempre e comunque nella cattiva e nella buona sorte con amore incondizionato. Del resto indossano i colori della loro squadra, e chi sauda per la maglia giallorossa riceverà sostegno sempre.

Andrea Mancini è uno di quelli che sin dal primo giorno di Roma ha incarnato alla perfezione il DNA dei figli della Lupa, uno dei calciatori che nonostante qualche errore tecnico sfortunato in mezzo al campo trova sempre il modo di farsi perdonare da chi dalla sud canta a squarciagola e non smette mai nemmeno quando vede soccombere nel risultato la squadra.

Il calciatore Andrea Mancini è anche l’uomo Andrea Mancini, dentro e fuori dal campo è lo stesso, ed è per questo che quando finisce la partita è il primo che va sfacciatamente ad incontrare i supporters durante i festeggiamenti e senza mai porsi tanti problemi anche il primo ad affrontarli nelle delusioni.

Ieri sera dopo Roma-Spezia, il momento era quello dei festeggiamenti: la squadra grazie alla vittoria per 2-1 ha raggunto la certezza matematica di giocare anche il prossimo anno in Europa League e Andrea Mancini ha sventolato una bandiera.

Mancini, sventola la bandiera sotto la sud: in onore di De Falchi

Mancini sventola la bandiera sotto la Sud: senza maglietta che nel frattempo avrà lanciato ai tifosi, dopo la partita Roma-Spezia, Andrea Mancini difensore centrale della squadra allenata da Josè Mourinho, ha commemorato un anniversario particolare. Si è messo a sventolare una grossa bandiera, ma non una qualunque della Roma.

Un bandierone su cui è stampato il volto di una persona che ha un grosso significato tanto per i sostenitori quanto per l’AS Roma. Il volto è quello di Antonio De Falchi, tifoso giallorosso di Roma barbaramente ucciso il 4 giugno del 1989 alcune ore prima di Milan-Roma a San Siro. Il gesto non è passato inosservato sul web anche grazie alla società Roma che ha postato il video sul proprio canale ufficiale di Twitter

De Falchi, la morte: 4 giuno 1989

Antonio De Falco, Domenica 4 giuno 1989 va in traferta a Milano per assistere alla partita Milan-Roma con un gruppo di 40 appassionati gialorossi. Lui e altri 4 amici, arrivati anzi tempo si recano alcune ore prime del fischio di inizio allo stadio San Siro. Avvicinati prima da uno, due ragazzi con la scusa di una sigaretta prima e dell’ora poi sono stati accerchiati da un bunker di 30 persone. I compagni riescono a svignarsela, mentre Antonio, viene mal menato ininterrottamente dalla ferocia priva di senso di un gruppo deviato di milanisti con calci e pugni.

Dopo l’intervento della polizia, sembrava che il rgazzo avesse bisogno solo delle cure post aggressioni, ma alcuni secondi dopo, nonostante si fosse rialzato sulle proprie gambe si è accasciato per terra spirando. A nulla sono valsi i soccorsi successivi e il tentavi di rianimarlo. L’autoambulanza mezzo lo trasporta al vicino San Carlo già privo di vita. Nonostante le aggressioni pur non riportando nessun tipo di segni sul corpo, si scoprirà in seguito che il ragazzo è morto d’infarto, favorito da una lieve malformazione ad una delle coronarie. L’infarto è stato provocato dalla terribile paura provata.

De Falchi, il ricordo dei tifosincini sventola la bandiera sotto la

Nella notte che ha preceduto la partita Roma-Spezia, gli ultrà della Roma, fuori Trigoria hanno scelto di rendere omaggio al ricordo di Antonio De Falchi. Hanno deciso di celebrare l’anniversario della morte del giovane 19 enne allora ucciso perché era tifoso della Roma a San Siro da un gruppo di di pseudotifosi milanisti con uno striscione recante la scritta:

“Indelebile nella mente di chi ti ricorda, immortale nel cuore di tutti i romanisti. Antonio vive”.