Le elezioni amministrative concluse ieri consegnano al centrodestra quattro capoluoghi di provincia e un capoluogo di regione. Il risultato, come è evidente, rafforza la coalizione governativa che trova conferma del suo operato nel voto dell’elettorato. Nel campo di sinistra, invece, si avvia una nuova stagione di riflessione sulle strategie da mettere in campo per contendere il potere alla premier Meloni. Al di là degli esiti elettorali, rimane però il tema dell’astensione: sempre meno italiani, infatti, decidono di recarsi alle urne per votare.

Amministrative, il centrodestra trionfa. Locatelli (Lega): “Autonomia e riforma delle province priorità per rilanciare il Paese”

Il centrodestra è il vero vincitore di questa tornata di elezioni amministrative. La coalizione FdI, Lega e FI ha infatti portato a casa la vittoria in ben cinque capoluoghi, strappando al centrosinistra storiche roccaforti come Ancona e imponendosi su regioni tradizionalmente rosse come la Toscana.

L’unica vera eccezione di questa tornata elettorale è stata la vittoria a Terni di Stefano Bandecchi (Alternativa Popolare) che ha sbaragliato tanto centrodestra tanto il centrosinistra. Bandecchi prende il posto di Leonardo Latini, il sindaco leghista che per cinque anni ha governato la città, salvo poi non essere ricandidato dalla coalizione di centrodestra per favorire Orlando Masselli e Fratelli d’Italia. Errore, questo, duramente scontato alle urne: di questo e dei risultati delle elezioni amministrative la redazione di TAG24 ha parlato con Stefano Locatelli, responsabile Enti locali della Lega.

Locatelli, come commenta il risultato ottenuto dal centrodestra alle elezioni amministrative?

“Le elezioni amministrative sono andate benissimo, siamo stati confermati in tantissime realtà. Come Lega abbiamo ventidue nuovi sindaci in comuni con più di 15mila abitanti. Il bilancio è indubbiamente positivo. La vittoria a Ventimiglia, Massa e Pisa è molto significativa: parliamo di comuni in cui nulla era scontato. Se pensiamo a regioni come la Toscana, poi, il fatto non solo di vincere, ma di essere riconfermati in una terra che in passato era rossa è la dimostrazione che la buona amministrazione paga. La Lega ha dimostrato di saper governare, e non solo al nord”.

La stagione delle roccaforti rosse può dirsi conclusa?

“Sicuramente quanto accaduto non deve essere minimizzato. Questi risultati fanno capire come sul territorio il pragmatismo paghi e come i cittadini premino chi sa amministrare. Riuscire a dimostrarsi come un’alternativa possibile e valida è stata la strategia vincente”.

A Terni la Lega ha commesso un errore a non ricandidare il sindaco uscente Latini?

A Terni credo che la Lega abbia pochissime colpe. Su richiesta degli altri partiti della coalizione è stato fatto un passo indietro sul candidato sindaco uscente. Noi abbiamo acconsentito, pur sapendo che sarebbe stata una mossa avventata. Le urne hanno dimostrato che si è fatto un errore su quel territorio. Sicuramente siamo dispiaciuti perché Terni è una città bella e importante che è stata amministrata bene per cinque anni. Dispiace perché, di solito, squadra che vince non si cambia. Spero che questa possa rimanere come lezione in vista delle prossime amministrative”.

Si aspettava la vittoria di Bandecchi?

“Non definendosi Bandecchi di sinistra.. insomma, è stata una battaglia interna al centrodestra. Sicuramente non ci si aspetta la vittoria dell’avversario, altrimenti non avrebbe senso candidarsi. A Terni bisognerà leccarsi le ferite e ripartire“.

Come commenta i dati sull’astensionismo? La classe politica è chiamata a riflettere sulla disaffezione degli elettori?

“A guardare i dati, si nota come l’affluenza sia più alta nelle realtà più piccole e minore nelle grandi città dove c’è più distacco. Questo deve farci riflettere e farci capire dove si può migliorare. Allo stesso tempo dobbiamo considerare che veniamo da anni difficili per la società. Certo, è sempre un peccato che le persone non votino. Sicuramente questo accade perché in tanti casi la gente è demotivata. Il nostro compito è ridare alle persone la speranza che le cose si possono cambiare, perché non è vero che non si può cambiare nulla”.

Il ministro Salvini ha ironizzato sul mancato “effetto Schlein”. Vuole fare anche lei una battuta?

“Bhe, l’unica città dove la Schlein non si è presentata è l’unica dove il Pd ha vinto. Questo la dice lunga su quanto sia sconnessa dalla realtà. Possamai ha fatto bene a rifiutare la presenza di Schlein che parla di cose totalmente scollegate da quelli che sono i problemi della città. La gente va a votare per vivere bene la propria città. Lui questo lo ha compreso e ha così saputo far bene. Per il resto io guardo in casa mia”.

La coalizione di governo è oggi sicuramente rafforzata dai risultati delle elezioni amministrative. Quali sono ora le priorità della Lega?

“A livello territoriale la priorità è sempre migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini. Fa piacere vedere che la nostra presenza al Governo stia funzionando. Essere scelti a livello locale, regionale e nazionale permette di fare tante cose. Al Governo ci sono tante sfide importanti, a partire dalla messa a terra i fondi del Pnrr. Se prendiamo queste elezioni come un tagliando, direi che è più che positivo”.

Non ha citato la battaglia per l’autonomia differenziata.

L’autonomia è LA battaglia, insieme a quella per le elezioni provinciali. Noi siamo convinti che sia necessario portare a casa la riforma delle province, l’anello che oggi manca. Tutti i partiti politici che sanno cosa significhi governare pensano che la riforma Delrio è stata un errore. Lo ammettono anche quelli del Pd. Il ripristino delle province e l’autonomia differenziata potranno invece ridare slancio al Paese. Senza autonomia, che altro non è che l’affermazione di un principio di responsabilità, difficilmente potremo migliorare le cose. Si tratta di una riforma necessaria in cui non viene lasciato indietro nessuno, casomai viene data la possibilità a chi amministra bene di investire meglio sul territorio. Queste battaglie sono per noi prioritarie”.