Il Fmi, Fondo monetario internazionale, traccia la rotta per l’economia italiana. Nell’affrontare gli shock, proteggendo allo stesso tempo i conti pubblici, decisivo può rivelarsi l’apporto della politica di bilancio. L’avvertimento è racchiuso in una nota, diffusa dal Fondo al termine delle consultazioni periodiche, previste ai sensi dell’articolo 4 dello statuto del Fmi.

La piena e tempestiva attuazione del Pnrr dell’Italia è necessaria per aumentare la produttività e stimolare la crescita potenziale.

I tecnici di Washington sottolineano l’importanza di “un credibile piano di riduzione del debito di medio termine”, allo scopo di mitigare “ulteriormente i rischi legati al debito”. Una situazione necessaria considerato il quadro attuale, che vede un “elevato debito pubblico” e condizioni finanziarie “più stringenti”. Secondo il Fmi è consigliabile “risparmiare le entrate inaspettate dall’inflazione e dalle modifiche contabili”.

Fmi sulla crescita dell’economia italiana: previsto +1,1% del Pil nel 2023

Le riforme del Pnrr, sottolinea il Fondo, “sono mirate a colmare numerose carenze che frenano la produttività e dovrebbero essere attuate pienamente e tempestivamente”.

Il rafforzamento della capacità amministrativa ed esecutiva degli enti locali favorirebbe una gestione efficiente del grande volume di progetti e le misure per accelerare le procedure dovrebbero promuovere la concorrenza e l’integrità delle risorse finanziarie.

Gli economisti prevedono inoltre “una crescita modesta dei consumi delle famiglie grazie all’aumento dell’occupazione e a un calo temporaneo del tasso di risparmio”.

Secondo le previsioni del Fondo, il Pil italiano crescerà dell’1,1% nel 2023 e nel 2024, per poi “risalire temporaneamente dal 2025 con il picco della spesa del Pnrr e rimanere modestamente al di sopra del suo trend di lungo periodo”.

Una chiosa sull’auspicio finale, quello di “una riforma del sistema fiscale, allo scopo di “migliorare l’efficienza e l’equità“. I tecnici invitano a studiare un modello di fisco che “incoraggi l’occupazione, abolisca le spese fiscali inefficaci, rafforzi la riscossione delle entrate e tuteli la progressività”.