Corso di perfezionamento in comunicazione sanitaria Unicusano, organizzato in partnership con l’Università Popolare A.I.Nu.C.: cos’è? Un’occasione di approfondimento desinata a laureati in Medicina, Farmacia, Biologia, Scienze Biologiche, Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche, Scienze Farmaceutiche e affini. E’ un corso post laurea. La comunicazione sanitaria, invece, è incentrata sulla comunicazione della crisi di emergenza e si riferisce all’attività di comunicazione delle aziende sanitarie verso la collettività. E’ sottintesa un’attenzione nuova al settore, dopo la fine della pandemia, e certamente associata ad un aumento della longevità dove ognuno è chiamato a occuparsi di sé, anche attraverso una comunicazione diversa col sistema.

Corso di perfezionamento in comunicazione sanitaria Unicusano, tutto cominciò negli anni ’80

Ne abbiamo parlato a Società Anno Zero, su Radio Cusano Campus, con Filippo d’Alfonso, docente universitario, farmacista. “La comunicazione acquisisce un ruolo centrale nei contesti sociosanitari – ha affermato Filippo d’Alfonso – tant’è che negli anni ’80 gli scienziati compresero l’importanza di uscire dai laboratori e di entrare in contatto con la società, e l’unico modo per farlo era attraverso la comunicazione. L’approccio, coniato nel 1985 dalla Royal Society, comprendeva una riflessione che negli anni successivi sarebbe stata dominata dalla scienza: parliamo del deficit model“.

Cos’è il deficit model?

Il corso, organizzato in collaborazione con l’Università Popolare A.I.Nu.C. prevede che vengano chiariti i differenti modelli di comunicazione, e le evoluzioni comunicative annesse. “Secondo il deficit model, modello unidirezionale paternalistico di comunicazione scientifica, i mass media sono strumenti persuasivi e agiscono sulle opinioni, e sull’alfabetizzazione, del pubblico. Negli anni 2000, il deficit model ha lasciato spazio al Pest model, modello bidirezionale, tra la scienza e società. In questo caso il cittadino diventa protagonista dei flussi di informazione scientifica. Mentre in passato i mezzi di comunicazione erano considerati lo specchio sporco della scienza – si è congedato d’Alfonso – oggi vengono considerati più obiettivi, trasparenti, e giusti“.