Aerei spia russi “per la raccolta di informazioni” al largo delle coste dell’Oceano Pacifico e del Mar del Giappone: è quanto denunciato dal Giappone, nelle parole dello Stato Maggiore del Paese. Tokyo ha risposto facendo decollare i propri jet da combattimento: “i caccia della Forza aerea di autodifesa del Nord e altre unità”. L’incidente si verifica proprio pochi giorni dopo la partecipazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al vertice del G7 a Hiroshima.

Lo Stato Maggiore giapponese ha provato a ricostruire la traiettoria dei velivoli russi. Il primo avrebbe viaggiato dal nord del Paese verso il basso, costeggiando parte del frangente occidentale. L’altro avrebbe intrapreso una rotta simile lungo la costa opposta, per poi tornare indietro nello stesso modo.

Aerei spia russi in Giappone, rapporti tra Tokyo e Mosca ai minimi storici

In quest’ultimo periodo il Giappone sta dando seguito alle sanzioni economiche e finanziarie imposte alla Russia da parte del G7 e di altri Paesi occidentali. Il Paese del Sol levante, in occasione della visita del presidente ucraino a Hiroshima, ha ribadito il proprio sostegno a Kiev nel fronteggiare l’invasione di Mosca.

I rapporti tra Tokyo e Mosca sembrano ai minimi storici. Da parte sua, il Giappone vede la presenza militare russa in Estremo Oriente e la sintonia tra Cina e Russia come delle serie minacce alla propria sicurezza territoriale. La Russia non è da meno, e considera il Paese asiatico come “ostile”, al pari degli Stati membri dell’Unione Europea, degli Usa e di altri alleati dell’Ucraina, come Regno Unito e Australia.

Di recente, la Russia ha attuato altre manovre militari nel Mar del Giappone con il conseguente lancio di missili. Ma la freddezza dei rapporti tra le due potenze ha radici ben precedenti alla guerra in Ucraina. Dopo la Seconda guerra mondiale, i due Paesi non hanno firmato un trattato di pace: tutti gli sforzi furono bloccati da una disputa territoriale. I dissidi erano legati alle isole Curili meridionali, occupate e poi annesse da Mosca dopo il conflitto e rivendicate dal Giappone come “territori del Nord”.