Un braccio di ferro per la libertà di protestare si sta diffondendo in tutta Europa. Anche in Germania le autorità hanno deciso di intraprendere pratiche repressive nei confronti dei ragazzi membri del movimento ambientalista “Ultima Generazione” (“Letzte Generation”).

Vandali o rivoluzionari: non sono accettati i monumenti imbrattati

Anche in Germania come in Italia i gruppi di Attivisti di ‘Ultima Generazione’ si sono resi responsabili di varie tipo di azioni di protesta. Ultima in ordine di tempo quella davanti al Senato dove due attiviste si sono riversate del fango sui corpi nudi. Anche in Germania le azioni vanno dai blocchi del traffico in varie circostanze, fino al danneggiamento di opere d’arte per protestare contro il cambiamento climatico. Se in Italia sono già stati avviati dei procedimenti e un processo è in corso a Roma. In Germania sono state avviate le prime perquisizioni nelle abitazioni su tutto il territorio federale.

Sette Land interessati e una rete europea sotto osservazione

Per la polizia tedesca come per quella italiana, gli attivisti vengono considerati alla stregua di un gruppo di criminali. Gli agenti di polizia hanno “perquisito quindici luoghi in tutto il Paese” a causa di “sospetti reati commessi da membri di Ultima Generazione”, nell’ambito di un’indagine contro “sette membri” del collettivo per “aver formato o sostenuto un’organizzazione criminale”, lo annuncia la Procura di Monaco.

Almeno dal punto di vista del contrasto Germania e Italia appaiono allineate nel reprimere la contestazione. Non sembra esserci spazio per un dialogo costruttivo. I giovani attivisti vengono dipinti sempre più come vandali che attuano pratiche di protesta criminali. Ma sembra solo un modo per vedere il dito invece che la luna. Così anche le opinioni pubbliche, oltre che la politica, tedesca o italiana che sia, sembrano molto più interessate alla tutela dei beni culturali che al pericoli per l’ambiente e i cambiamenti climatici.