Da Buckingham Palace nessuno ha commentato pubblicamente l’incidente di Harry e Meghan, neanche Re Carlo III. Secondo i tabloid locali, i duchi di Sussex non hanno sentito la Famiglia Reale nemmeno in privato dopo quanto accaduto a New York. Ecco tutti i dettagli.

Il silenzio di Re Carlo sull’incidente di Harry e Meghan

Stando a quanto riferito da “Page Six”, pare che la Famiglia Reale britannica si sia trincerata dietro un secco “no comment” dopo l’incidente di Harry e Meghan. Per i duchi di Sussex, dopo l’inseguimento in auto da parte di alcuni paparazzi e la conseguente collisione con altri veicoli, non c’è stato alcun tipo di interessamento da Londra.

Secondo alcune rivelazioni a “Page Six”, da parte di una fonte vicina a Harry e Meghan, né Re Carlo III né il principe William avrebbero sentito Harry per avere notizie sull’incidente o per sincerarsi delle loro condizioni di salute.

Non c’è stata, dunque, alcuna reazione né pubblica né privata da parte di Buckingham Palace alla notizia dell’incidente d’auto avvenuto la sera del 16 maggio e pare, inoltre che continuino a non volerne sapere niente.

Nessuno ha intenzione di parlare con la stampa, soprattutto dopo i recenti risvolti. Nelle ultime ore, infatti, la versione di Harry e Meghan è stata messa in dubbio sia dalla polizia di New York sia dalle dichiarazioni del tassista che considera la vicenda come un’esagerazione.

Cosa è successo a Harry e Meghan?

A lanciare la notizia, nella serata di martedì 16 maggio, è stata la Bbc. Stando a quanto riportato, quella sera, i duchi di Sussex hanno partecipato alla cerimonia dei “Women of Vision” nel corso della quale Meghan è stata premiata. Al termine della cerimonia, Harry e Meghan sono saliti su un taxi insieme alla madre di lei Doria Ragland e proprio lungo il tragitto verso casa si sarebbe consumata la traumatica vicenda.

I duchi di Sussex, infatti, sarebbero ancora sotto choc per la terribile esperienza in cui sono rimasti coinvolti a New York. Il loro portavoce ha riferito che l’inseguimento da parte dei paparazzi sarebbe durato per quasi due ore provocando diversi tamponamenti: “Questo incessante inseguimento, durato più di due ore, ha provocato molteplici collisioni che hanno coinvolto altri conducenti, pedoni e due poliziotti. Siamo stati vicino alla catastrofe”.

Il portavoce della famiglia, dunque, ha definito questa vicenda “catastrofica”, ma la polizia della città ha smentito questa versione dei fatti precisando che “Il duca e la duchessa di Sussex sono arrivati a destinazione: non ci risultano collisioni, feriti o arresti”.

Al contempo, il sindaco di New York ha definito come “irresponsabile” il comportamento dei paparazzi, richiamando alla memoria la tragica scomparsa di Lady Diana.

Ciò che è certo è che il silenzio di Londra rimarca ancora una volta, l’abissale distanza tra Harry e la sua famiglia, che ha anche evitato qualsiasi commento pubblico sull’anniversario del matrimonio con Meghan Markle. In occasione della ricorrenza del 19 maggio, infatti, dalle pagine social della royal family non sono arrivati i tradizionali auguri alla coppia.

I dubbi sull’incidente di Harry e Meghan: la versione del tassista

In merito alla veridicità dell’incessante inseguimento dei fotografi e al conseguente incidente d’auto ci sono state reazioni contrastanti. In molti ritengono che i duchi di Sussex abbiano calcato la mano esagerando la loro versione dei fatti.

A minimizzare la vicenda, inoltre, ci ha pensato il tassista che ha trasportato sul suo taxi Harry, Meghan e la madre dell’attrice.

Al “Washington Post”, Sukhcharn Singh, ha dato la sua versione sui fatti spiegando che inseguirli erano due auto:

Hanno continuano a seguirci e si stavano avvicinando alla macchina. Hanno scattato delle foto mentre ci fermavamo e ci stavano filmando”.

Poi, il tassista ha continuato spiegando di essersi diretto verso la stazione di polizia per volere del bodyguard della famiglia ma precisando che l’intera corsa sarebbe durata circa 10 minuti.

Infine, ha concluso dicendo: “Non credo che lo definirei un inseguimento. Non mi sono mai sentito in pericolo. Non era come un inseguimento in macchina in un film. Erano silenziosi e sembravano spaventati“.