Emergono nuovi dettagli sul delitto di Saman Abbas, la 18enne di origini pakistane uccisa a Novellara nella notte del 30 aprile 2021 per aver rifiutato un matrimonio combinato. Per l’omicidio sono finiti a processo cinque familiari della giovane: lo zio Danish, i due cugini Ijaz e Nomanhulaq, il padre Shabbar e la madre Nazia, ancora ricercata in Pakistan. I filmati di alcune telecamere di sorveglianza installate nei pressi dell’abitazione della vittima, resi pubblici per la prima volta nel corso della trasmissione “Quarto Grado” andata in onda ieri, 19 maggio, mostrerebbero i preparativi del delitto, nelle ore immediatamente precedenti alla scomparsa della giovane.

Delitto di Saman Abbas: i dettagli dei preparativi svelati da alcuni filmati

Le immagini catturate dalle videocamere di sorveglianza attorno alla cascina dei coniugi Abbas risalgono al 30 aprile 2021, giorno della scomparsa della 18enne. È la trasmissione “Quarto Grado” a mostrarle, fornendo una ricostruzione di quanto sarebbe accaduto nelle ore immediatamente precedenti all’omicidio. Nei filmati si vede Shabbar Abbas dirigersi verso la casa di Danish, zio di Saman, sospettato di essere l’esecutore materiale del delitto. Fu lui, nel novembre del 2021, qualche mese dopo i fatti, a portare gli inquirenti sul luogo del ritrovamento del corpo della 18enne, un vecchio capannone abbandonato situato a poca distanza dall’abitazione familiare.

Il colloquio di circa un’ora avvenuto tra i due uomini il 30 aprile sarebbe servito, secondo la Procura, a mettere a punto il piano escogitato per uccidere la ragazza, ritenuta colpevole di essersi sottratta a un matrimonio combinato per lei dalla famiglia. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, Saman si sarebbe infatti rifiutata di sposare l’uomo scelto per lei, un suo cugino, intraprendendo una relazione con un altro ragazzo, Ayub Saquib. Nonostante le sue origini pakistane, quest’ultimo non sarebbe mai stato accettato dalla sua famiglia. Per questo i due si erano allontanati da Novellara, per farci ritorno poco prima dell’omicidio.

A spingere la giovane a tornare era stata la madre, Nazia. La donna l’avrebbe spinta in una trappola, consapevole di quello che le sarebbe successo. I filmati ripresi poche ore prima la mostrano mentre si aggira con fare sospetto nel cortile di casa. Danish più volte ha puntato il dito contro di lei, sostenendo abbia ucciso la figlia. Fin dall’inizio lui e Shabbar, gli imputati principali, sostengono di essere innocenti. Shabbar, in particolare, si è più volte scagliato contro il fidanzato di sua figlia, accusandolo di averla sequestrata e poi assassinata.

Primo videocollegamento dal Pakistan per Shabbar

Ieri, dal carcere del Pakistan dove è detenuto in attesa dell’estradizione (la prossima udienza in tal senso è stata fissata al 26 maggio), Shabbar Abbas è apparso in videocollegamento nel corso del processo che lo vede imputato insieme agli altri quattro presso la Corte d’Assise di Reggio Emilia, presieduta dalla giudice Cristina Beretti, che ieri ha commentato così la sua partecipazione:

È stata dura, ma ce l’abbiamo fatta.

Affiancato da un interprete, l’uomo ha assistito all’intera udienza. Per ora, però, non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Non si esclude che possa farlo nelle prossime. È quello che sperano i magistrati che lavorano al caso, con l’obiettivo di fare luce sull’accaduto.

I risultati dell’esame autoptico sulla salma

Negli scorsi giorni sono stati resi noti, intanto, i risultati dell’autopsia effettuata sulla salma della 18enne. Secondo i periti, nominati dalla Corte d’Assise di Reggio Emilia, la giovane sarebbe morta “strozzata o strangolata”. Non è chiaro se il delitto sia stato compiuto a mani nude o con l’uso di qualche arma, eventualmente mai rinvenuta. Sulle responsabilità degli imputati, per ora, si hanno invece pochi dubbi. Le accuse a cui devono rispondere sono di omicidio premeditato in concorso, sequestro di persona e soppressione di cadavere.