Non la riforma che volevamo ma quella di cui avevamo bisogno. Il ministro Sangiuliano è pronto a lanciare la sua legge riforma sul libro e sulle librerie. Ieri, 18 maggio è stato un arrivo scoppiettante quello del ministro della cultura per l’inaugurazione del Salone del Libro di Torino, in programma al Lingotto fino a domenica 22.

Per il ministro Sangiuliano ci vuole un equo canone per le librerie

Il ministro nel suo intervento ha precisato come dovranno essere effettuati interventi precisi per risolvere un problema di spopolamento delle librerie dai centri storici: “due strumenti qualificanti: equo canone sulle librerie e un contributo a fondo perduto per i giovani under 35 che vogliono aprire una libreria”. Infatti è sempre più frequente vedere chiudere le piccole librerie indipendenti nei centri delle città piccole o grandi. “Vogliamo vincolare comuni e enti pubblici ad affittare a prezzo calmierato locali storici per evitare lo spopolamento”, ha poi precisato il ministro della cultura Sangiuliano auspicando un piano nazionale di aiuto per le piccole librerie.

Mercato del libro consolidato, respirano le librerie ma i costi restano alti

Per il ministro della cultura Sangiuliano esporre il suo piano per le librerie e il libro è stata l’occasione per rilanciare una volontà di programmazione culturale da parte del governo. Così come ogni anno è sempre un’ottima occasione quella che al Salone del libro di Torino si ripete nel fare il punto sulla salute dell’editoria italiana. Sempre in buona salute per quanto riguarda la produzione e la qualità dei contenuti ma ancora un po’ avara di lettori rispetto ad altri paesi europei. C’è da dire però che nell’ultimo biennio il mercato dell’editoria si conferma in buona forma, il suo trend è in crescita lieve ma costante che raffrontato al 2019 fa segnare un +17%. Nei dati presentati al Lingotto dall’AIE, l’Associazione italiana editori, ci sono buone notizie anche per le librerie che si confermano primo canale di vendita nonostante la terribile concorrenza delle piattaforme e del libro digitale.

Cala il digitale, l’amore per la carta non finisce mai

Alla fine con i libri è sempre una questione di feeling. Un tacito legame che si segna anche attraverso il tatto che legge la ruvidità della carta, e poi scorrendo con i polpastrelli saggia la rigidità di una copertina. Sono quindi confortanti i dati che vogliono in calo le vendite digitali. E se le vendite generali salgono leggermente la fetta delle vendite online registrano un calo in quella ricorsa che rischiava di fagocitare il mercato. In poche parole: “I dati che presentiamo oggi – ha spiegato il responsabile dell’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori Giovanni Peresson – ci dicono due cose: la prima è che la crescita del mercato che si era innescata già a fine 2020 non era un fenomeno passeggero, ma una tendenza di lungo periodo che attesta e stabilizza il libro a valori di vendite superiori a quelli del pre-pandemia”.

Il lettore sceglie e preferisce le librerie

Un problema però resta e ed legato ai vecchi dilemmi ma anche a nuovi, non c’è solo il calo dei lettori o la chiusura delle piccole librerie. Molto sentito è l’aumento dei costi che non è stato compensato da un’aumento del prezzo di copertina, esiste l’inflazione anche per i libri. Se infatti viene registrata una leggera ripresa delle librerie è da attribuire ad una scelta precisa del lettore. Come precisa AIE infatti, nel 46% dei casi i lettori dichiarano di aver utilizzato di più la libreria negli ultimi 12 mesi, e di aver ridotto gli acquisti online e negli altri canali alternativi. Il motivo è semplice da individuare ed è vecchio come il libro, il lettore preferisce l’atmosfera e il contatto con la carta, poter sfogliarne diversi e soprattutto poter accedere a numerose promozioni immediate in libreria.