La Duma approva le deportazioni dall’Ucraina. Sembra un crudo remake di una storia passata eppure la novità ci riporta alla guerra in Ucraina. Una scelta da parte della Russia che non passerà sotto silenzio.

Deportazioni dall’Ucraina occupata

Secondo quanto riportato da diversi media internazionali infatti la camera bassa del parlamento della Federazione Russa avrebbe autorizzato una serie di misure contro la popolazione ucraina che vive non solo nelle zone occupate come quelle di Zaporizhzhia e Kherson, ma anche nelle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk. Nelle deliberazioni odierne, la Duma di Mosca ha approvato una norma che prevede la possibilità di deportare coattamente le popolazioni in Russia. Un via libera che è arrivato nel corso della terza e ultima lettura e che prevede l’uso della forza nei trasferimenti obbligati delle popolazioni in tutte quelle zone in cui vige la legge marziale.

Provvedimenti in data non casuale

Oltre al provvedimento sulla deportazione dall’Ucraina, il ramo basso del parlamento di Mosca ha dato il via libera anche al fermo di sicurezza per 30 giorni a carico di tutte le persone accusate di aver violato divieti stabiliti in quelle zone. L’annuncio di questi provvedimenti da parte della Federazione Russa, forse per coincidenza, arrivano nell’esatto giorno in cui il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha voluto ricordare le vittime di un’altra deportazione, i Tatari di Crimea, nell’anniversario che cade proprio il 18 maggio.

Ogni anno, il 18 maggio, l’Ucraina commemora le vittime del genocidio del popolo tartaro di Crimea. Le persone che volevano privare della loro patria. Le persone che volevano privare della loro vita. Le persone di cui volevano cancellare la storia e il nome. Ma le persone che sono riuscite a tornare a casa. Sono riusciti a preservare se stessi e la verità. (…) Il 18 maggio 1944, le autorità sovietiche iniziarono la deportazione forzata degli indigeni della Crimea, i tatari di Crimea, dalla loro unica patria. (…) Oggi torniamo a ciò che è stato vissuto allora. E lo stiamo facendo in condizioni in cui i discendenti di quella tirannia non stanno solo cercando di privare i tatari di Crimea della loro casa per la seconda volta – dal 2014. Vogliono anche portare via la casa dell’intero milione di ucraini – tutti che abitano la nostra terra. (…) Nel 1944, espellendo i tatari di Crimea dalla loro terra, gli allora torturatori erano convinti che nessuno degli sfollati sarebbe tornato a casa, in Crimea. (…) Ora, cercando di occupare l’Ucraina e distruggere le nostre vite, anche gli attuali torturatori del popolo erano convinti che tutto avrebbe funzionato per loro e che non saremmo stati in grado di sopportarlo. (…) E abbiamo resistito. E stiamo lottando per riportare la vita in ogni angolo della nostra casa. E stiamo tornando.