Roma, caos e traffico sull’autostrada in direzione Nord Fiumicino-Civitavecchia a causa di un gruppo di ambientalisti di Ultima Generazione. Una decina di attivisti questa mattina ha bloccato il traffico dalle 9:30 alle 11 circa al km 17.500. Così tornano a far parlare di loro, gli ambientalisti di Ultima Generazione, cercando di catturare l’attenzione in più modi. Questa è stata la loro ultima trovata: bloccare il traffico della Roma-Fiumicino sdraiandosi per terra sulla carreggiata.
Ambientalisti bloccano l’autostrada Roma-Fiumicino: portati via dalla polizia
La protesta non ha avuto vita lunga. La polizia è intervenuta prontamente sul posto per sgomberare l’autostrada e lasciar libero il passaggio. Al fine di rimuovere i manifestanti che occupavano la carreggiata, alcuni sono stati anche trascinati via. Due coppie di persone si sono legate tra loro con U-lock al collo e ai piedi. Così, mentre gli attivisti hanno bloccato il traffico causando non pochi disagi agli automobilisti, alcuni di loro si sono messi anche a dialogare con i presenti, al fine di sensibilizzare sui problemi attinenti al cambiamento climatico. In particolare, durante i loro discorsi hanno disquisito circa la gravità della situazione climatica corrente e dell’inaccettabilità dell’inazione della politica per contenerne i danni. È proprio per suscitare una maggiore reazione da parte delle forze politiche nostrane che gli attivisti di Ultima Generazione stanno conducendo azioni di questo tipo: imbrattando edifici delle istituzioni, colpendo nel cuore dei musei alcune tra le più famose opere d’arte, ma anche irrompendo a gamba tesa nelle vite dei cittadini comuni e bloccando il traffico sulle strade più trafficate delle città italiane.
Ultima Generazione blocca la Roma-Fiumicino: la testimonianza di un’attivista
“Ho 23 anni, mi sento terrorizzata all’idea di scendere in autostrada e fare un blocco, interrompere la vita delle persone, provocare il loro disprezzo e il loro dispiacere. Ma sono ancora più terrorizzata all’idea di quello che ci aspetta. E quindi scendo in strada con coscienza e con fermezza, perché siamo davanti a un collasso climatico ed ecologico e nessuno ne parla. Nessuno ascolta gli scienziati e questo è drammatico. E io ho il diritto ma sento soprattutto il dovere di usare il mio corpo per chiedere allo Stato italiano di prendersi le sue responsabilità nei confronti degli accordi che ha firmato e di investire in una vera transizione ecologica i miliardi che ogni anno vengono presi dalle tasche dei cittadini e buttati nel fossile”
ha dichiarato una delle attiviste.