Il tour europeo di Zelensky si arrichisce di una nuova tappa: il presidente ucraino è atteso a Parigi, dove discuterà con il presidente francese a Macron. Ieri, il capo di stato è stato a Roma, dove ha avuto una lunga conversazione con il Papa e ha incontrato la premier Giorgia Meloni. Oggi, nuova puntata in Germania, a Berlino; già stasera è atteso a Parigi. Domani dovrebbe avvenire l’incontro con il premier francese.

I viaggi sono importante modo in cui il presidente fa leva sull’opinione pubblica occidentale e monitora i rifornimenti d’armi. Armi ancora più necessarie in preparazione dell’imminente controffensiva, che richiederà milioni di munizioni di artiglieria, ma anche la disponibilità di carri armati, artiglieria pesante, sistemi anti-aerei.

Una ulteriore richiesta frequentemente avanzata dal presidente ucraino è quella di missili a lungo raggio, che permetterebbero virtualmente all’esercito ucraino di colpire le posizioni dell’esercito di Mosca direttamente in territorio russo. Richiesta a lungo negata, in quanto “linea rossa” che rischia di peggiorare l’escalation dei rapporti diplomatici con il Cremlino. Linea, tuttavia, recentemente trapassata dalla Gran Bretagna, con l’invio di missili Storm Shadow. Forse Zelensky spera che l’iniziativa inglese abbia tolto qualche timidezza anche al governo di Parigi riguardo a rifornimenti di queste potenti armi, ed è possibili che avanzi richieste del genere a Macron già durante questa visita.

I rapporti tra Macron e Zelensky

Macron è sempre stato un tenace sostenitore della causa ucraina, anche se non ai livelli di USA e Regno Unito. In passato, ha già avuto diverse telefonate con Zelensky. Nell’ultima, negli ultimi giorni di aprile, i due capi di stato hanno lungamente conferito sulla situazione al fronte, e anche sui progetti di ricostruzione in seguito alla pace.

Si tratterebbe della seconda visita del presidente ucraino nella capitale francese.

Le armi della discordia

Benché Macron sia un convinto alleato di Zelensky, il suo sostegno alla causa ucraina gli sta creando gravi difficoltà a casa. Macron ha ricevuto critiche sia da destra che da sinistra per il suo invio di armi a Kiev: in particolare, gli obici Caesar, pezzi di artiglieria pesante fondamentali nella guerra in corso. Tanto la destra sovranista di Marine Le Pen, quando la sinistra radicale di Jean-Luc Melenchon hanno espresso pesanti critiche sia per l’invio delle armi in sé – che rischia, secondo loro, di portare alla guerra con la Russia.

L’opposizione ha inoltre criticato le procedure poco democratiche con cui è stato deciso l’invio delle armi, che ha visto ben poco confronto in Aula.

Con l’invio di 18 obici pesanti e la promessa di altri 12, si può affermare che, sotto la guida di Macron, il governo di Parigi abbia fornito l’esercito di Zelensky di un notevole parco artiglieria.

Lo stato della controffensiva

Al momento, dopo mesi passati sulla difensiva, l’esercito ucraino ha recuperato diverse posizioni attorno alla città di Bakhmut, in cui si sta combattendo una delle battaglie più lunghe e sanguinose della storia. Tuttavia, secondo la maggior parte degli esperti, non si tratterebbe affatto della famosa controffensiva, bensì solo di un preludio volto a rendere più vulnerabile l’attacco russo nel centro della città.