Oggi, 12 maggio, è la Giornata internazionale dell’infermiere, ricorrenza che si celebra in Italia, in Europa e in tutto il mondo. Giovanni Allevi: “Nel giorno della loro festa va il nostro più sincero ringraziamento”.

Giornata internazionale dell’infermiere. Allevi: “Svolgono un’autentica missione”

Ogni anno, il 12 maggio, si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dell’infermiere. Il fine è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e valorizzare l’importanza di questa professione.

La scelta del giorno non è casuale; è stato deciso infatti in onore di Florence Nightingale, un’infermiera denominata anche come la signora con la lanterna. La professionista, nata proprio il 12 maggio del 1820, è stimata da tutti come la madre dell’infermieristica moderna.

In occasione di questa ricorrenza, lo stesso Giovanni Allevi, che da giugno 2022 ha iniziato la sua battaglia contro un mieloma multiplo, ha voluto ringraziare questa figura che ogni giorno si prende cura dei suoi pazienti:

“Le infermiere e gli infermieri sono coloro che passano più tempo a contatto con noi pazienti durante la degenza. Svolgono una autentica missione, nel portare le medicazioni, nell’alleviare la sofferenza e nel dare una parola di speranza. Nel giorno della loro festa, e in tutti gli altri, va il nostro più sincero ringraziamento”.

Il compositore, in tutti questi mesi, non ha mai smesso di tenere monitorati i suoi follower circa il suo stato di salute. Ovviamente grazie ai suoi profili social, dove racconta la malattia e prende la forza di andare avanti da chi lo ha sempre sostenuto.

Le parole di Allevi

L’artista ascolano, con un lungo post sul suoi profilo Facebook, proprio nella giornata di oggi ha voluto dedicare dolci parole, tramite un video, a chi fa questa professione :

“Sono venuto da voi spaesato, impaurito che la mia vita fosse appesa a un filo, dopo aver fatto la scoperta che il mio corpo purtroppo non è eterno, eppure mi avete accolto amorevolmente. E allora si è sviluppato nel mio cuore un profondo senso di riconoscenza nei vostri confronti”.

Il compositore ha rivolto il suo pensiero a tutti, “anche a chi puliva il pavimento o rifaceva il letto o chi chiedeva cosa volessi mangiare a pranzo o a cena”.

“L’ottavo piano dell’Istituto nazionale dei tumori, è il posto che ho frequentato di più. Per me non è un reparto, un luogo sacro, dove la vita si manifesta in tutta la sua autenticità. E tutto ciò che non è autentico crolla e non ha più senso. Sono un sostenitore della scienza e della ricerca scientifica, senza la quale non sarei qui a parlarvi. Ma sappiate che una parola di speranza e un sorriso sono potenti come un farmaco. Grazie, grazie, grazie dal vostro Giovanni”.