Gli equilibri mondiale non sono mai stati cosi in crisi come in questo periodo e molto si giocherà sui progetti di egemonia sui sistemi economici di Cina e Usa. Centrale quindi diventa la situazione intorno al progetto della “Via della Seta”, e se l’Italia è l’unico paese del quadro occidentale ad aver aderito nel 2019 con il governo cinese: gli accordi stanno per cambiare.

La volontà di abbandono però rischia di scontrarsi con necessità economiche precise, venendo a minare i rapporti tra il nostro governo e quello cinese. Se Pechino lo vedrà con forte ostilità, per l’Italia si potrebbe aprire un serio problema commerciale. In compenso da Washington arrivano rassicurazioni in forza alla premier Meloni che, a un mese dal G7 in Giappone, si sente autorizzata a sfidare apertamente Pechino. E da qui l’indiscrezione sul mancato rinnovo dell’imponente e miliardario piano sulla nuova “Via della Seta” (Belt and Road Initiative) da parte del Governo Italiano.

Nuova idea di politiche internazionali

La scelta di non rinnovare l’accordo della Belt and Road Initiative (BRI), che scade all’inizio del prossimo anno, è tanto fotografia di una specifica e peculiare visione dei rapporti economici con l’estero dell’attuale Governo, quanto frutto del complesso scenario geopolitico del momento. L’attuale polarizzazione dovuta alla crisi in Ucraina e a Taiwan pone l’occidente davanti a diverse questioni. Anche se per gli Stati Uniti la preoccupazione resta una: l’ascesa di Pechino. Infatti da tempo la diplomazia americana è impegnata nel pressing verso gli alleati europei affinché spezzino ogni legame commerciale ed economico con Pechino.

Per un rinnovo non ci sono le condizioni

Per il governo Meloni la priorità resta non far arrabbiare Washington e quindi il cambio di rotta è necessario nonostante negli ultimi anni gli affari tra i due paesi sia in forte ascesa. Infatti l’interscambio commerciale tra Italia e Cina infatti negli ultimi tre anni ha raggiunto livelli mai visti prima toccando il nuovo record di 73,55 miliardi di euro nel 2022. E dall’ambasciata cinese in Italia attraverso l’ambasciatore JiaGiude fanno sapere come sia importante perché L’Italia è tra i primi paesi europei per rapporti commerciali. Ma restano molte le preoccupazioni intorno al caso Italia-Cina. Per Palazzo Chigi dare affari con la Cina è valutato pericoloso a livello di sicurezza nazionale e contrario alla difesa dei valori democratici occidentali.

Con queste premesse però, le future relazioni Sino-italiane sembrano a rischio e con lo scacchiere commerciale mondiale in continuo cambiamento, l’Italia, abbandonando la Nuova Via della Seta, potrebbe definitivamente scegliere la parte con cui stare. In un nuovo disegno di ordine mondiale a guida occidentale.