Il runner trentino ucciso da un orso mentre correva nel bosco sarebbe stato aggredito violentemente e per un tempo prolungato. Questo è quello che emerge dalla perizia del Corpo Forestale trentino sul corpo di Andrea Papi, il corridore abitante della Val di Sole he ha perso la vita dopo l’incontro ravvicinato con un orso.

Secondo la Forestale non ci sono dubbi: il runner trentino avrebbe subito un attacco violento e protratto nel tempo, come è evidenziato dalle ferite e dalle macchie di sangue trovate a distanza di molti metri dal corpo di Andrea Papi. L’animale si sarebbe dunque accanito sul ragazzo, causando contusioni mortali e lo spargimento di tracce ematiche.

Runner trentino ucciso dall’orso: emergono nuovi dettagli

Il report del Corpo Forestale informa dettagliatamente sulla dinamica dello sfortunato incontro tra il runner trentino e l’orso. Andre Papi stava scendendo di corsa la strada Crocefisso Pra’ Conz quando, dopo il tornante “Sesta Vouta” ha incontrato l’animale che l’avrebbe ucciso. L’orso infatti, forse spaventato dell’arrivo improvviso del runner, avrebbe attaccato con violenza.

Secondo i forestali, l’aggressività dell’animale sarebbe dimostrata anche dal rinvenimento del telefono, delle bacchette e dello zaino del 26enne. Gli inquirenti infatti hanno ritrovato gli oggetti anche a 10 metri dal corpo senza vita di Papi, a dimostrazione della violenza con cui l’orso avrebbe azzannato il runner.

Attacco aggressivo o difesa?

Le informazioni che arrivano dalla Forestale sembrano in contraddizione con quanto emerso dal rapporto della perizia veterinaria forense. Oltre a scagionare l’orsa Jj4 (Ad uccidere Papi sarebbe stato un esemplare maschio), i veterinari avevano anche escluso che si potesse trattare di un’aggressione finalizzata all’eliminazione dell’avversario.

Così si legge infatti nella relazione:

Le ferite riscontrate non sono riconducibili ad un atto predatorio né ad un attacco finalizzato alla eliminazione dell’avversario.

Tuttalpiù, dice sempre la relazione, la natura dell’attacco è riconducibile a un tentativo protratto nel tempo di allontanare il nemico. Insomma, l’orso avrebbe, secondo la perizia veterinaria, solo cercato di allontanare Andrea Papi e dissuaderlo dall’avvicinarsi oltre.

Tra queste contraddizioni, il “movente” dell’animare rimane quindi ancora oscuro. Resta però l’evidenza di un giovane corridore morto a causa di un attacco che forse, con le giuste precauzioni, si poteva evitare.