La Russia non starebbe fornendo le necessarie cure mediche al dissidente Alexei Navalny, lo riporta l’Onu che scende in campo per tutelare il dissidente russo, la cui salute starebbe peggiorando in modo significativo.

L’Onu contro la Russia sulla salute di Navalny: “Angosciati dal deterioramento delle sue condizioni”

Le condizioni di salute di Aleksei Navalny sarebbero sempre più preoccupanti e la Russia non starebbe facendo molto per fornirgli le adeguate cure mediche. È questo, in sintesi, il risultato di un’indagine condotta per l’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) sulle attuali condizioni di Navalny, detenuto in Russia in seguito a una condanna a 11 anni e mezzo di carcere per frode e oltraggio alla Corte, da lui sempre indicata come un espediente per escluderlo dalla vita politica del paese.

Alice Edwards, Relatrice speciale sulla tortura e altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti dell’Onu, ha scritto una nota nella quale esprime tutta la sua angoscia per il progressivo peggioramento delle condizioni di Navalny e per l’apparente “mancanza di diagnosi e cure mediche soddisfacenti”.
La Edwards, in rappresentanza delle Nazioni Unite, richiede, quindi che l’uomo venga sottoposto a cure e trattamenti urgenti.

Navalny soffre di gravi problemi di salute, tra cui una malattia cronica della colonna vertebrale e problemi legati a danni neurologici. Deve ricevere immediatamente e costantemente un’assistenza adeguata, compresi controlli medici completi, cure e monitoraggio della sua situazione sanitaria in un ospedale civile”.

Navalny sottoposto a “una forma di tortura”

Nel suo report, la Edwards sottolinea che, se confermate, le condizioni di prigionia cui è stato sottoposto l’attivista anticorruzione russo, costretto all’isolamento in 11 occasioni per un totale di 114 giorni nell’arco di sette mesi, equivarrebbero a una vera e propria forma di tortura, più volte denunciata dallo stesso Navalny.
A questo si devono aggiungere i sospetti di avvelenamento avanzati recentemente da coloro che gli sono più vicini.

Una situazione cui Navalny – cui è stato recentemente dedicato un documentario vincitore dell’Oscar – è sottoposto dal momento del suo arresto, avvenuto nel 2021, dopo che l’attivista si era recato in Germania per ricevere cure mediche specifiche a seguito di un tentativo di avvelenamento con un agente nervino, avvenuto in Siberia nell’agosto 2020.

La Russia ha sempre negato le accuse di tortura, sostenendo che il prigioniero ha sempre ricevuto le cure mediche necessarie, ogni volta che ne ha avuto bisogno.