Giornata vittime del terrorismo 2023. Presenti le più alte cariche dello Stato alla commemorazione, oggi è il quarantacinquesimo anno dall’omicidio di Aldo Moro.

Giornata delle vittime del terrorismo 2023

Quarantacinque anni fa fu ritrovato il corpo di Aldo Moro, sequestrato ed ucciso dai terroristi delle Brigate rosse. Oggi ricorre la Giornata delle vittime del terrorismo per ricordare tutti coloro che sono morti per mano dell’estremismo politico. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha voluto rinnovare la solidarietà e vicinanza a tutte le famiglie “barbaramente colpite nei loro affetti più cari“. Fontana ha ribadito che il ricordo delle vittime del terrorismo è un “dovere morale e circostanza preziosa per riaffermare i principi che sono alla base della nostra convivenza civile e democratica”. Nel corso della celebrazione è stato letto un intervento di Aldo Moro fatto un anno prima del suo omicidio a Firenze dopo alcuni attacchi terroristici verso alcune sedi della Dc.

Omaggio ad Aldo Moro

Omaggio ad Aldo Moro

L'arrivo di Mattarella

L’arrivo di Mattarella

Il presidente Mattarella

Il presidente Mattarella

L’intervento di Sergio Mattarella

Nel corso della commemorazione è intervenuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha ringraziato Benedetta Tobagi e Guido Formigoni intervenuti poco prima:

Tutte le vittime del terrorismo fanno parte “a pieno titolo della storia repubblicana. Gli appartenenti alle forze dell’ordine, magistrati, militari; uomini politici e attivisti; manager e sindacalisti; giornalisti; ignari passanti, tra cui donne e bambini. Tutti erano in pericolo, nessuno fu risparmiato. La ferita inferta ai familiari dei caduti è una ferita inferta al corpo della Repubblica, fondata sulla nostra Costituzione. Una Costituzione che parla di libertà, di democrazia, di responsabilità, di solidarietà, di rispetto di ogni persona

Ricordate, nel corso del discorso di Mattarella, diverse vittime dell’estremismo tra cui i Mattei e Di Nella. Il presidente ha ricordato quale fosse il ruolo del popolo italiano nel contrasto al terrorismo e l’importanza della reazione morale che ha fatto la differenza:

Negli Anni di Piombo è stata – come Moro auspicava – la reazione morale del popolo italiano a fare la differenza, nella lotta ai terrorismi e all’eversione, facendo prevalere la Repubblica e la sua legalità. Un popolo che, nella sua stragrande maggioranza, ha respinto le nefaste velleità di chi avrebbe voluto trascinare l’Italia fuori dal novero delle nazioni libere e democratiche. Un popolo che, memore dei disastri della guerra, ha rifiutato con decisione l’uso della violenza come arma per la lotta politica. E che si è stretto attorno alle istituzioni, avvertite come presidio di libertà, diritti e democrazia. Lottando ovunque, nel posto di lavoro, all’interno della società. Scendendo persino in piazza per manifestarne la difesa

Mattarella parla poi della complicità da parte di uomini di Stato nel terrorismo politico:

“In Italia troppi episodi di sangue hanno ferito una giovane Repubblica, che si è trovata a fare i conti con il terrorismo politico; con le stragi, talvolta compiute con la complicità di uomini da cui lo Stato e i cittadini avrebbero dovuto ricevere difesa; con la violenza politica, tra giovani di opposte fazioni che respiravano l’aria avvelenata di scontro ideologico”

Il presidente della Repubblica ha voluto elogiare anche la lotta al terrorismo e le scelte di un Paese che ha voluto contrastare gli estremismi senza ricorrere a metodi antidemocratici.

“La guerra dello Stato contro il terrorismo è stata vinta combattendo sempre sul terreno della legalità costituzionale, senza mai cedere alle sirene di chi proponeva soluzioni drastiche, da regime autoritario. Affidandosi al diritto e all’amministrazione della giustizia per proteggere la nostra comunità. Rifiutando di porsi al di fuori della natura democratica della nostra Repubblica”.

Meloni sulle vittime del terrorismo

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato dell’omicidio di Moro nel corso della giornata di oggi.

“Il 9 maggio di 45 anni fa, cinquantacinque giorni dopo il suo sequestro e la strage di via Fani, le Brigate Rosse uccisero Aldo Moro. Il terrorismo toccò il suo punto più alto di aggressione allo Stato, colpendo al cuore le istituzioni democratiche e scrivendo una delle pagine più cupe della storia della nostra Repubblica. Il barbaro assassinio di Moro ferì profondamente la nazione e ne lacerò il tessuto sociale, ma il popolo italiano seppe reagire mostrando unità e coesione”. Giorgia Meloni lo sottolinea nella dichiarazione in cui mette anche in risalto il valore di “quell’unità e quella coesione senza le quali lo Stato non avrebbe avuto la forza necessaria per combattere e sconfiggere il terrorismo e l’eversione”.


La premier ha ricordato poi che l’Italia l’importanza di questa giornata: “L’impegno per non dimenticare quanto accaduto non deve mai esaurirsi, ed è preciso dovere delle istituzioni proseguire anche sul cammino della verità per illuminare quelle pagine rimaste purtroppo ancora oscure e che attendono di essere conosciute pienamente“.

Le parole del presidente del Senato La Russa

Una pagina drammatica della nostra Repubblica. Così il presidente del Senato Ignazio La Russa ha definito l’omicidio di Aldo Moro, avvenuto quarantacinque anni fa. Nel corso del suo intervento La Russa ha voluto ricordare anche la scorta dell’esponente della Democrazia Cristiana morti per difenderlo dai suoi sequestratori.

“Cinquantacinque giorni prima di quel vile omicidio nello strenuo tentativo di proteggere lo statista e presidente della Democrazia Cristiana dalla furia terrorista, furono Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino a perdere drammaticamente la vita. Quello delle Brigate Rosse fu un attacco allo Stato che puntava a destabilizzare la vita democratica italiana. Un attacco che ha segnato profondamente la politica e la storia del nostro Paese”.     

Il gesto del Partito Democratico

Oggi la delegazione del Partito democratico, guidata da Elly Schlein, ha deposto una corona di fiori a via Caetani. Presenti anche i capigruppo Francesco Boccia e Chiara Braga, Piero Fassino, Graziano Delrio e Sandra Zampa.