Il Decreto Lavoro 2023 prevede misure specifiche di accompagnamento al lavoro e politiche attive per le persone occupabili, ovvero tutti i maggiorenni, con età inferiore a 60 anni, che non siano già occupati e che non frequentino un regolare corso di studi.
Approvato dal Consiglio dei ministri il primo maggio, sono tante le misure adottate: dall’Assegno di Inclusione che sostituirà il Reddito di Cittadinanza ai bonus a favore delle assunzioni under 30, dal taglio del cuneo fiscale all’introduzione di nuove causali per i contratti a termine. Ma la misura divide maggioranza e opposizione circa sua effettiva opportunità e efficienza.
Decreto lavoro, Cicala (Fisac CGIL): “Dal punto di vista economico ti dà pochissimo. È un decreto che contiene una spinta alla precarizzazione”
Sul tema è intervenuto Nicola Cicala, economista della Fisac CGIL, nella trasmissione “Italia città aperta” condotta da Roberta Feliziani in onda su Cusano Italia Tv
C’è stata una polemica enorme per il fatto che Meloni abbia convocato il Consiglio dei Ministri per il primo maggio, accusata per un video pubblicato su Instagram. Schlein lo ha definito assolutamente sbagliato. Cosa ci può dire a primo impatto di questo nuovo corso della Meloni? Qual è la risposta della CGIL?
“Possiamo notare come in assenza di contenuti di cui essere orgogliosi si è deciso di puntare sulla comunicazione. Meloni è donna molto intelligente, i contenuti non sono da usare in modo utile per il corso del governo quindi ci si mette alla prova con questo giretto a palazzo Chigi. Di lavoro in questo decreto c’è ben poco, per quanto riguarda i macro temi: c’è la questione salariale, contrattuale e il reddito di cittadinanza”
In pochi minuti ha dato le linee guida. Lei è d’accordo con questa strategia comunicativa?
“Io sono terrorizzato. Dal punto di vista della Meloni è geniale, ma da cittadino sono terrorizzato. Si è bypassato il ruolo del giornalista e mettere tutto nella giornata dei lavoratori ha il suono della provocazione. Sono terrorizzato perché manca il contraddittorio in un video in cui vengono usate falsità: quando si parla delle tasse si parla di falsità. Lo Stato mette quattro miliardi ma se ne riprende un miliardo e cento. È il gioco delle due carte e mezzo, perché qualcosa rimane nelle tasche dei lavoratori. 40 euro al mese sono meglio di niente. Se c’è la questione del macro tema salari, ce n’è un’altra che ha a che fare con la precarizzazione del mercato del lavoro. Aumentare le circostanze del contratto determinato significa precarizzare il mercato del lavoro. Questo significa vivere con l’acqua alla gola costantemente. Non fa bene alle famiglie di cui questo governo tende, a parole, a favorire. Si danneggiano famiglie e lavoratori”
Tra l’altro con un contratto a tempo determinato la banca un mutuo non te lo dà. Non si aiuta la natalità
“Per i più giovani significa non poter uscire di casa. Che decreto lavoro è? Dal punto di vista economico ti dà pochissimo. È un decreto che contiene una spinta alla precarizzazione che già conosciamo. Siamo ancorati al fatto che ti do un sussidio a meno che rifiuti una proposta che ti venga fatta. In passato si è schernito il reddito di cittadinanza”
Renzi è stato molto duro nei confronti della Meloni.
“Renzi l’ha messa con tono sarcastico. Io continuo a pensare che non ci stiamo riferendo a soggetti incapaci o sciocchi. È una cosa voluta, è un atto di arroganza volto a prendere in giro la popolazione italiana. Se dici che è la più ampia riduzione di tasse stai dicendo una falsità. Difendere la verità significa difendere la democrazia. Come ho detto prima, quando si fa un provvedimento così importante non puoi non fare una conferenza stampa. Evidentemente non è un provvedimento così importante, è una bufala. Se si fosse voluto avviare un confronto c’erano ampi margini tra cui il sindacato e la CGIL, come il tema del drenaggio fiscale. Aumenteranno nei prossimi tempi i salari perché si faranno degli introiti: questo è il drenaggio fiscale, restituire quell’introito. I 100 euro di aumento che avrò domani saranno anziché lordi, netti. E se ci pago solo i contributi è una quota in più. Se ne può discutere? Ma certo, sicuramente. Le persone hanno bisogno dei sindacati e le necessità non sono gestibili come sta facendo questo governo”
Quando si parla di lavoro si dimentica che la maggior parte dei lavoratori è composta da partite iva.
“Su questo facciamo un’operazione doverosa: in Italia ci sono 18 milioni di dipendenti e 4 milioni e mezzo di partite iva. Se questi 18 milioni di dipendenti si coalizzassero avremmo una coalizione di fuoco di un partito dei lavoratori, chiamiamolo così, sarebbero un bacino elettorale al quale qualunque governo dovrebbe dare retta. Le partite iva sono crescenti ma sono ancora minoritarie e lo saranno”