Pensioni più alte con il riscatto laurea, ecco come passare al sistema previdenziale contributivo per pagare meno l’onere all’Inps e quanto conviene. L’opzione riguarda i lavoratori del sistema previdenziale misto che abbiano studiato prima del 1996. A queste due condizioni, le regole previdenziali stabiliscono che il riscatto della laurea può essere calcolato con il metodo della riserva matematica. Tuttavia, chi sta optando per questa soluzione, può cambiare il regime previdenziale passando dal misto al contributivo (lavoratori post 31 dicembre 1995), però accettandone anche la quantificazione della futura pensione con questo metodo. In questo modo, il riscatto della laurea costa meno, anche se è opportuno fare varie considerazioni prima di scegliere un’opzione che non può essere più revocata. 

Pensioni più alte con il riscatto laurea: come passare al sistema contributivo

Riscatto laurea per anticipare la pensione, i lavoratori del sistema previdenziale misto possono optare per il passaggio al contributivo al fine di pagare meno all’Inps. Il passaggio prevede alcuni requisiti di base: i contribuenti debbano avere un numero di anni di contribuzione inferiore ai 18 entro la fine del 1995 ma non meno di 15. Almeno cinque anni di contributi, inoltre, devono essere stati versati a partire dal 1996. In questo modo, i lavoratori del sistema previdenziale misto possono optare per il riscatto della laurea con il sistema a percentuale oppure con quello agevolato.

Nel primo caso, una volta esercitata l’opzione del passaggio al contributivo, il costo del riscatto degli anni universitari viene calcolato applicando l’aliquota contributiva della gestione previdenziale di appartenenza. Ad esempio, i dipendenti del settore privato pagano il 33 per cento. Tale percentuale deve essere moltiplicata per la retribuzione dei dodici mesi che precedono la domanda del riscatto. 

Pensioni più alte con il riscatto laurea: quanto costa e quale convenienza? 

In alternativa, per riscattare la laurea ai fini della pensione futura, si può utilizzare il metodo agevolato. Previsto dal 2019, consente al contribuente di pagare una quota fissa (che nel 2023 è pari a 5.735 euro) per ogni anno di studi universitari da riscattare. Anche in questo caso, è necessario che il lavoratore abbia fatto già il passaggio al sistema contributivo, accettando il ricalcolo della pensione mediante il meno conveniente (rispetto al misto) meccanismo contributivo. 

Per stabilire quanto convenga tutta l’operazione per avere una pensione più alta in futuro, è necessario fare varie considerazioni. In primo luogo, il passaggio è irrevocabile: se si sceglie di optare per il contributivo, si rinuncia al più vantaggioso metodo misto di calcolo della pensione. Con il passaggio, inoltre, si applica il massimale contributivo: ciò significa che, oltre la soglia di 113.520 euro, non si pagano per l’anno di riferimento altri contributi con risvolti sulla futura pensione soprattutto per chi produce redditi alti. 

Deduzione costi, qual è il momento giusto per riscattare gli anni di università? 

Cambia anche la rivalutazione dei contributi in attesa della pensione. I versamenti che compongono il montante del cassetto previdenziale Inps del lavoratore, beneficiano di una rivalutazione sulla base della media del Pil degli ultimi cinque anni. Quindi, differentemente dei contributi del misto, la maggiore o minore rivalutazione dipende dall’andamento dell’economia nel complesso. Non da ultimo, è bene dare un certo peso agli sconti fiscali. Qualunque sia il metodo di pagamento del riscatto della laurea, i costi che si sostengono sono deducibili fiscalmente: per questo motivo è importante stabilire anche in quale anno procedere con il riscatto della laurea. La deducibilità, infatti, comporta che i vantaggi rispetto alla tassazione risultino ottimizzati nei periodi di produzione dei redditi grazie alla capienza fiscale, ma anche di perdita di sconti fiscali nei periodi in cui sia assente del reddito imponibile.