La famiglia di Andrea Papi, il runner ucciso da un’orsa in Trentino, passa all’attacco contro politica e istituzioni, con il padre che lo definisce “martire di un’iniziativa pubblica” e le querele partite contro gli insulti su Internet.

Il padre di Andrea Papi spara a zero contro politica e istituzioni: “È un martire, si sapeva che la tragedia sarebbe successa”

La famiglia di Andrea Papi non ci sta e passa all’attacco nei confronti di chi infanga la memoria del runner di 26 anni, aggredito mortalmente da un’orsa lo scorso 5 aprile.

Il padre Carlo, in un’intervista rilasciata a Il T (Quotidiano autonomo del Trentino Alto Adige / Südtirol) ha accusato frontalmente le istituzioni e la politica, responsabili, a suo dire, di aver sviluppato un progetto pubblico di ripopolamento degli orsi nella zona, senza le opportune misure di sicurezza e senza avvisare adeguatamente la popolazione. Come già aveva dichiarato la madre del ragazzo, che aveva parlato esplicitamente di una “morte annunciata”, anche suo padre ritiene che la morte di suo figlio è soltanto la logica conseguenza di come è stata gestita l’iniziativa ‘Life Ursus’, che puntava a ricostituire una comunità di orsi tramite alcuni esemplari provenienti dalla Slovenia.

“Andrea non è stato vittima di una tragedia della montagna, è martire di un’iniziativa pubblica”.

Per il genitore, unica ‘colpa’ del ragazzo è stata l’aver voluto uscire di casa per fare una passeggiata “nel suo bosco”, senza nessuna imprudenza o sottovalutazione del rischio.

La querela contro gli haters: “Andrea non ha avuto nessun comportamento imprudente”

Oltre al duro atto di accusa del padre di Andre Papi, arriva anche la querela posta in essere da tutta la famiglia del ragazzo. La denuncia è rivolta contro gli haters che si sono accaniti contro il runner, accusandolo di imprudenza, ed è stata comunicata dai legali della famiglia, Marcello Paiar e Maura Cravotto.

“Andrea non ha avuto alcun comportamento imprudente essendosi limitato a fare una passeggiata nel bosco sopra casa percorrendo una strada forestale carrabile e subendo, suo malgrado l’aggressione mortale da parte di un’orsa”.

La famiglia richiederà, dunque, la verifica e il controllo di ogni commento postato su Internet avente per oggetto il loro caro, così da tutelarlo dagli attacchi e dalle maldicenze che si sono susseguiti nel corso delle ultime settimane, e che ne hanno infangata la memoria.

“La famiglia Papi (che non intende più accettare provocazioni) si vede costretta oggi a depositare formali atti di querela a tutela della verità e della memoria di Andrea, sempre più vittima, assieme alla famiglia, di chi ritiene che sui social si possa scrivere qualunque cosa”.

Un atto ritenuto, purtroppo, doveroso dai familiari di Papi e dalla sua fidanzata, che già in passato, attraverso i propri canali social, era dovuta intervenire in difesa del ragazzo, contro un post pubblicato da Selvaggia Lucarelli sulla vicenda.