Caterina Chinnici, europarlamentare del Pd, sarebbe pronta a lasciare il partito per entrare in Forza Italia. Dopo l’addio di Borghi, entrato ieri in Italia Viva, un altro abbandono scuote il Partito democratico che inizia a fare i conti, dopo l’avvento della segreteria Schlein, con le prime voci di dissenso interno. L’indiscrezione su Chinnici dovrebbe essere confermata oggi dalla diretta interessata, che ancora non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali.

Caterina Chinnici in uscita dal Pd. L’europarlamentare aderirà a Forza Italia

Da ieri circolano sempre più insistentemente le voci sul presunto addio di Caterina Chinnici al Pd, in favore di Forza Italia. L’indiscrezione, data per certa nei retroscena politici, deve essere ancora confermata ufficialmente dalla diretta interessata. L’abbandono agita non poco il Pd che solo ieri ha dovuto incassare l’uscita di Enrico Borghi, storico esponente dem che ha scelto di entrare in Italia Viva tra non poche polemiche. Borghi, infatti, era stato scelto dal Pd come membro del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. La decisione del parlamentare, intenzionato a non abbandonare il ruolo, comporta per il Partito democratico la perdita della rappresentanza nel Comitato.

La conferma sulla decisione di Caterina Chinnici, europarlamentare dem dal 2014, dovrebbe arrivare oggi. La Chinnici è una figura di gran peso all’interno del Partito democratico, in primis per la sua storia. L’europarlamentare è infatti la figlia di Rocco Chinnici, il magistrato antimafia ucciso da Cosa nostra in un attentato nel 1983. L’ex magistrata siciliana è stata peraltro, solo l’anno scorso, la candidata del centrosinistra per la presidenza della regione Sicilia. Secondo le indiscrezioni sarebbe proprio Renato Schifani, allora suo sfidante in Sicilia, il vero regista dell’ingresso in Forza Italia della Chinnici.

La perdita di due membri di spicco del partito dovrà chiaramente imporre una riflessione alla segretaria dem. Dall’avvento segreteria Schlein, infatti, non pochi iscritti al Partito democratico hanno espresso il timore di una “virata verso una sinistra massimalista” non particolarmente gradita alle correnti interne di ispirazione moderata e cattolica. E mentre alcuni esponenti del Pd moderato rassicurano – è il caso di Marco Meloni e Marianna Madia – in molti temono che l’emorragia possa proseguire nei prossimi mesi. I precedenti, d’altronde, ci sono: si pensi a Beppe Fioroni e Andrea Marcucci che hanno immediatamente abbandonato il Pd dopo la nomina di Schlein.