Gli sbarchi a Lampedusa continuano. Nella notte appena trascorsa, sono stati soccorsi più di 400 migranti. Sulle imbarcazioni tratte in salvo dalla Guardia Costiera viaggiavano gruppi da un minimo di 20 ad un massimo di 62 persone. Tra di loro presenti anche donne e bambini. Al molo Favaloro sono strati ritrovati anche i cadaveri di due donne.

Sbarchi a Lampedusa, trovati due cadaveri 

Le due donne viaggiavano su un barchino insieme ad una sessantina di persone. L’imbarcazione era partita da Sfax, in Tunisia e i migranti erano tutti originari di Benin, Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Sudan e Togo. I corpi delle due vittime, trovati in seguito al naufragio dello scorso 24 aprile sono stati portati alla camera mortuaria del cimitero.

Allarme sovraffollamento nelle strutture di accoglienza

Nelle strutture di accoglienza di Lampedusa attualmente si contano 2.800 presenze a fronte di una capienza di 400 posti circa. La raffica di imbarcazioni in arrivo non fa che peggiorare la situazione. 

Nella notte tra lunedì e martedì sono state tratte in salvo 19 imbarcazioni. Ieri invece gli sbarchi sono stati 28 con un totale di 1.117 persone.

Gli arresti 

La polizia di Catania ha fermato 25 persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Queste persone, per lo più guineani ed ivoriani, avevano il compiti di gestire i viaggi dei migranti provenienti dall’area subsahariana.

L’indagine, portata avanti dalla Squadra Mobile di Catania, è partita in seguito alle dichiarazioni di una minorenne che, prelevata dalla comunità, è stata messa su un autobus diretto a Torino dove ad attenderla vi erano alcuni dei suoi aguzzini. 

I trafficanti contattavano i migranti direttamente in Africa (Costa d’Avorio, Mali, Marocco, Libia) e lo conducevano, dietro pagamento di oltre mille euro, nel Paese europeo prescelto. Reati gravi, commessi in diversi Paesi e caratterizzati dalla transnazionalità

Ha detto il direttore centrale anticrimine della polizia, Francesco Messina.