Successione con e senza testamento, quando i cognati ereditano? In assenza di un testamento lasciato dal de cuius, entrano in gioco le disposizioni normative, per cui è la legge che stabilisce chi entra nel patrimonio ereditario (passività e attività). In questo caso, si parla di una “successione legittima”. E si muove diversamente, da quanto stabilito nella successione testamentaria.

L’ordine ereditario per legge parte dai coniugi, a seguire i figli, poi i genitori. E, ancora, sempre seguendo una scaletta ereditano i fratelli e parenti sino al 6° grado. Se mancano le figure familiari, l’eredità spetta allo Stato (articolo 572, c.c.).

In sostanza, nel momento non esiste un testamento la legge individua le persone a cui va il patrimonio ereditario, partendo dai congiunti più stretti del de cuius, prendendo in considerazione una scaletta di “precedenza”, correlata al vincolo di parentela.

Successione con e senza testamento: quando i cognati entrano nell’asse ereditario

Secondo quanto riportato dal FiscoOggi.it, l’articolo 565 del codice civile in materia di successione legittima, recita:

“L’eredità si devolve al coniuge, ai discendenti legittimi e naturali, agli ascendenti legittimi, ai collaterali, agli altri parenti e allo Stato, secondo questo ordine”.

La legge in presenza di una successione legittima designa un elenco di eredi, per cui i cognati possono ereditare il patrimonio, ma solo se si presenta la circostanza dettata dalla normativa.

Come funziona l’eredità in favore dei cognati senza testamento?

In altre parole, l’affinità è l’elemento di cui tiene conto la legge nel rapporto che intercorre tra un coniuge e i parenti in linea come cognati, nuora, suoceri, e così via.

Per meglio comprendere il grado di affinità, occorre considerare il grado di parentela che intercorre tra il coniuge e congiunti, come appunto genero e suocera hanno un rapporto di affinità di primo grado.

Alla base, perché tra moglie e madre (moglie), esiste un rapporto di parentela di 1° grado. In sostanza, l’affinità di parentela è un legame che si creare con il vincolo del matrimonio.

Una condizione che non cessa, se sopraggiunge la morte di uno dei coniugi, ma bensì, con la dichiarazione di nullità del vincolo di matrimonio.

I cognati concorrono nell’asse ereditario solo in presenza di testamento. Se, non è presente tale documento i cognati non rientrano nella suddivisione del patrimonio ereditario.

Mio cognato ha diritto alla successione?

No, assolutamente. Il cognato/a senza la presenza del testamento non rientra nell’asse ereditario.

In sostanza, non trovano applicazione le disposizioni normative contenute nell’articolo 479 del codice civile. Tuttavia, restano valide a tutti gli effetti di legge le regole in tema di rappresentazione ereditaria.

In sostanza, se colui che viene insignito all’eredita muore ancora prima di aver mostrato il consenso all’accettazione dell’eredità, il diritto viene trasferito agli eredi.

Alla fine se manca il testamento, viene applica la norma giuridica per l’individuazione degli eredi. In questo contesto, i cognati del defunto non rientrano nell’asse ereditario, in quanto vengono considerati parenti affini.

In materia di successione legittima, la norma individua gli eredi nei parenti correlati alla figura del coniuge.

Una condizione che esclude dal patrimonio ereditario i cognati. Oltretutto, la legge non prevede che i cognati ereditano il patrimonio, non vi sono eccezioni, neanche se vengono meno tutte le figure di eredi, ovvero vengono a mancare i parenti fino al 6° grado di parentela. Anche in questo caso, l’eredità non spetta ai cognati, ma bensì, allo Stato.

L’unica possibilità di essere chiamati all’eredita è condizionata dalla presenza del testamento.

Il codice civile mette in chiaro le condizioni che portano i cognati ad essere individuati come eredi, quali:

  • presenza di un testamento in cui vengono nominati come eredi i cognati;
  • dal testamento emerge la figura dei cognati come surroga di altri eredi;
  • i cognati vengono individuati come soggetti beneficiari.

Chi sono gli eredi per rappresentazione?

Secondo quanto stabilito nell’articolo 468 del codice civile, i rappresentati sono coloro che non accettano l’eredità o non vogliono subentrare al defunto.

Per legge i rappresentati vengono individuale nel ramo di parentela in linea retta, come ad esempio, figli naturali legittimi, legittimati e adottivi e così via. E, ancora, rientra in linea correlata fratelli e sorelle.

Insomma, i cognati non rientrano nella rappresentazione ereditaria, se non espressamente indicato nell‘atto testamentario.

Attenzione, però, il defunto deve riportare nel testamento l’eventuale presenza di rifiuto o impossibilità ad accettare l’eredità, individuando nella figura del cognato la continuità nella linea di successione.