È morta intorno alle ore 23.40 di oggi domenica 23 aprile 2023, Barbara Capovani, la psichiatra picchiata barbaramente davanti all’ospedale della città toscana di Pisa, in cui lavorava.

La donna era stata aggredita due giorni fa e ridotta in fin di vita, da quello che si presume, da un ex paziente di 35 anni, fermato nella giornata di oggi dalla Polizia, e attualmente trasferito nella Casa Circondariale di PisaDon Bosco‘.

È morta Barbara Capovani, il bollettino medico. Al via l’espianto degli organi

Un bollettino medico congiunto dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e Azienda USL Toscana Nord-Ovest, ha annunciato al termine della sera che «si è conclusa alle 23.40 la procedura di accertamento di morte con criteri neurologici. Come già preannunciato nel precedente bollettino medico, si procederà alla donazione degli organi così come da volontà espressa in vita dalla Dr.ssa Capovani, condivisa dai familiari e autorizzata dal magistrato».

Barbara Capovani, era stata ricoverata in gravissime condizioni dopo essere stata brutalmente colpita a sprangate davanti all’ospedale Santa Chiaradi Pisa. Gli investigatori sostengono che il presunto aggressore, nutriva dei forti rancori nei confronti della dottoressa che lo aveva avuto in cura.

Sul suo profilo Facebook, l’uomo 35enne si definirebbe uno sciamano. Era già considerato un soggetto pericoloso, dato che, solo un anno fa, avrebbe gettato spray urticante contro una guardia del Tribunale di Lucca, dove era stato convocato per un processo per interruzione di pubblico servizio.

La rabbia e la denuncia dei social degli altri colleghi

Il primo e unico indiziato colpevole di aver aggredito Barbara Capovani è un ex paziente psichiatrico, già noto alle Forze dell’Ordine e arrestato nel 2022. Gli inquirenti sono arrivati a lui anche grazie alle tante telecamere di sicurezza che si trovano nei paraggi dell’ospedale.

L’aggressore della psichiatra, Barbara Capovani, era già stato arrestato per un’aggressione ed aveva ricevuto già numerosi fogli di via.

L’autore di tale gesto barbaro e vigliacco si chiama Gianluca Paul Seung. L’uomo di Viareggio, che vive a Torre Del Lago Puccini, in Toscana, si definiva così su Facebook:  «Sono uno sciamano, mediatore fra invisibile e visibile; collego le dimensioni.».

Sul social di Mark Zuckerberg, Edoardo Ziello, Deputato della Lega, che ha nel cuore i fatti di Pisa e la sua provincia, suo Paese natale ha scritto sul suo profilo:

«Questa tragedia poteva essere evitata e personalmente credo che la chiusura dei manicomi sia stato un grave errore politico della Sinistra le cui conseguenze le stiamo pagando a distanza di pochi anni. Non è possibile incorrere nel rischio di perdere la vita perché certi pazienti psichiatrici pregiudicati girano indisturbati e a piede libero nelle nostre città. Va ripensato il sistema nel più breve tempo possibile».

Un altro uomo, Mario Cerutti, denuncia sul suo profilo Facebook l’accaduto, riportato le seguenti parole:

«I giudici mi disgustano! ????????

Barbara Capovani, 55 anni, una stimata psichiatra, madre di tre figli, si trova in stato di morte cerebrale dopo che un uomo di 35 anni di ViareggioGianluca Paul Seungle ha spaccato la testa con una spranga. Il 35enne arrestato risulta avere a suo carico numerosi precedenti per reati violenti, anche di carattere sessuale. A suo carico anche molte evasioni da misure cautelari e fogli di via dalle province di Prato e Lucca, oltre a un procedimento penale pendente per un’aggressione avvenuta in tribunale a Lucca a febbraio 2022. Adesso la mia domanda è questa: perché era in libertà? Sono stufo di questi giudici buonisti che aspettano che ci sia il morto prima di internare i criminali violenti! Però intanto loro vanno in giro con la scorta.».

Manlio Converti, psichiatra e psicoterapeuta lamenta quello che è successo, riportando il pensiero di un altro collega:

«Di Umberto Lombardi

Solo… “quando i gravi disturbi di personalità come questo ovvero narcisista antisociale, saranno considerati non come disturbi psichiatrici da curare , ma dei tratti di personalità spesso non modificabili in cui l’unica cura è il carcere, allora andrà meglio e noi psichiatri potremo lavorare serenamente e non aspettare il nostro turno…

un pensiero alla mia collega

e a lui imputabilità e carcere

Cui aggiungo…

Non è questione di buonisti e stronzisti.

È questione che la violenza NON è un problema Psichiatrico !

I violenti vadano in galera non in manicomi neofascisti».