In occasione della Giornata della Terra, nuovo blitz degli attivisti per il clima in Italia: i manifestanti sono intervenuti a Torino. Ancora una volta la loro manifestazione non violenta si è concentrata su alcuni dei monumenti più iconici della città. Ad agire gli esponenti di Extinction Rebellion, Fridays For Future e GreenTO.

Bersaglio degli attivisti le statue del Duca d’Aosta in piazza Castello e di Mazzini in corso Andrea Doria, nel capoluogo piemontese. Hanno bendato le due sculture: appesa al collo della prima, un cartello.

Opera non fruibile. Crisi climatica: arrestate i veri responsabili.

Gli ambientalisti si sono poi posizionati ai piedi delle statue, in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine. Secondo alcune ipotesi, le loro azioni potrebbero essere rivolte al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Qualche settimana fa, quest’ultimo aveva ipotizzato un inasprimento delle pene per chiunque prenda di mira i beni culturali. La proposta di Sangiuliano prevede anche l’introduzione di sanzioni penali per i manifestanti.

Torino, nuovo blitz degli attivisti del clima: solidarietà degli ambientalisti al 21enne denunciato a Vercelli

Le associazioni hanno scelto una ricorrenza simbolica come la Giornata della Terra per intervenire a Torino. Un gesto che è anche di solidarietà nei confronti dell’attivista 21enne di Scientists Rebellion e Fridays for Future denunciato la scorsa settimana a Vercelli.

Il giovane, protagonista della stessa forma di protesta, è stato denunciato: rischia un periodo di reclusione dai due ai cinque anni e una multa fino a 15mila euro. Ed è proprio in segno di solidarietà che consigliera comunale di Torino Sara Diena, di Sinistra Ecologista, ha rivendicato questa “azione di disobbedienza civile”.

Quello che stiamo osservando in tutta Italia nei confronti degli attivisti per il clima, è un uso improprio del codice penale, che oggi questo Governo vuole inasprire. Reati pensati per colpire la criminalità organizzata o chi distrugge opere d’arte e il paesaggio, sono strumentalmente rivolti contro attivisti che pongono in essere azioni non violente e sempre reversibili per portare l’attenzione sulla gravità della crisi ecoclimatica.

La repressione verso gli attivisti climatici in tutta Europa è sotto gli occhi di tutti. Una questione che è finita anche all’attenzione dell’Onu. Lo scorso 13 aprile ne aveva parlato l’inviato speciale per i difensori dell’ambiente delle Nazioni Unite Michel Forst. Durante un convegno di Amnesty International a Torino, Forst ha spezzato una lancia a favore degli attivisti.

La repressione sta diventando la risposta più facile al dissenso. Bisogna comprendere le cause per cui si decide di andare contro la legge.