Tentato omicidio. È questo il reato contestato dalla corte del Tribunale di New York nei confronti di una donna che aveva tentato di avvelenare la sosia per rubarne l’identità. I fatti risalgono al 2016. La reponsabile, una 47enne di origini russe con alcuni precedenti alle spalle, dovrà scontare 21 anni di reclusione. A riportarlo è il Guardian. Non è la prima vicenda simile che si verifica: in Germania si sono registrati almeno due casi dello stesso tipo, uno la scorsa estate, quando una 23enne aveva tentato di fingere la sua morte e allontanarsi dai genitori, uccidendo una sosia adescata online.

Avvelena la sosia per rubarne l’identità negli Usa: 47enne condannata a 21 anni di reclusione

Si chiama Viktoria Nasyrova, la 47enne di origini russe accusata dalla corte del Tribunale di New York di aver tentato di uccidere, avvelenandola, una donna di 12 anni più giovane, di nome Olga Tsvyk. Un gesto estremo, programmato dalla 47enne per rubare l’identità dell’amica, con cui aveva una forte somiglianza, e ottenerne il permesso di soggiorno. Stando a quanto ricostruito dalle autorità locali, la donna si era recata a casa della vittima portando con sé una torta, una cheesecake, e mangiandone lei stessa due pezzi. Aveva poi offerto una terza fetta, quella avvelenata, alla vittima. Venti minuti dopo averla ingerita, la 35enne aveva iniziato ad accusare forti allucinazione e vomito.

A quel punto Nasyrova, approfittando della sua distrazione, le aveva sottratto il passaparto, un’ingente somma di denaro, la carta di autorizzazione al lavoro statunitense e altri effetti personali, dandosi alla fuga. Non prima, però, di aver cosparso il pavimento di pillole, in modo da simulare un suicidio. La 35enne, trovata in fin di vita dalla sorella, era stata trasportata d’urgenza in ospedale. I medici avevano rilevato nel sue sangue elevate dosi di fenazepam, un potente sedativo. Avrebbe potuto morire, se non fosse stata soccorsa. Sette anni dopo i fatti, grazie alla sua testimonianza, gli inquirenti hanno potuto incastrare la colpevole, ora condannata a 21 anni di reclusione per tentato omicidio.

Secondo la procuratrice distrettuale del Queens, Melinda Katz, la 47enne è una “truffatrice spietata e calcolatrice” e “andrà in prigione per un lungo periodo di tempo per aver cercato di farsi strada verso il profitto e il guadagno personale attraverso l’omicidio”. Del resto la donna era finita già altre volte nei guai: nel 2016, anno del tentato omicidio, era ricercata dall’Interpol per aver ucciso e depredato una signora in Russia. Secondo fonti giornalistiche statunitensi, è accusata anche di aver drogato e derubato alcuni uomini incontrati tramite servizi di incontri quando lavorava come dominatrice sessuale.

Il precedente della scorsa estate in Germania

In Germania una 23enne tedesco-irachena è stata accusata di omicidio per aver adescato online e poi ucciso una sua sosia, la fashion blogger di origini algerine Khadidja O. La ragazza, stando a quanto emerso dalle indagini, avrebbe cercato una donna che le somigliasse come una goccia d’acqua. Dopo averla trovata, l’avrebbe attirata in una trappola e l’avrebbe assassinata con oltre 50 coltellate, sfigurandone il volto. Il tutto per fingere la propria morte, rendersi irrintracciabile e sottrarsi alla tutela dei suoi genitori.

I fatti risalgono all’agosto del 2022. Quando i genitori si erano imbattuti nel cadavere, avevano pensato, in effetti, che si trattasse di loro figlia. Ma gli inquirenti, giunti sul posto dopo l’allarme, erano riusciti risalire alla sua vera identità, svelando il folle piano della 23enne, che ora rischia l’ergastolo. Oltre a lei, le autorità avevano fermato anche il fidanzato, un ragazzo kosovaro di 24 anni che avrebbe avuto un ruolo nel delitto. Si tratta di Sharaban K e Sheqir K.