Il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri Giovanbattista Fazzolari difende a spada tratta l’operato del governo sul fronte Pnrr. Dossier che si è accesso negli ultimi giorni dopo la relazione semestrale della Corte dei Conti che ha evidenziato diverse criticità. Ma Fazzolari, come già in altre circostanze, si erge a paladino di Giorgia Meloni e attacca chi diresse i lavori del Piano in origine: Giuseppe Conte.

L’attuale governo si è trovato a risistemare un Piano impostato in modo troppo frettoloso dal governo Conte II

Fazzolari ospite di Radio 24

Poi, per ribadire il massimo clima di trasparenza, l’uomo fidato della premier chiarisce come “il Governo abbia sempre sostenuto che il Piano avesse delle falle, infatti non lo abbiamo votato in Parlamento“. Il riferimento è all’iter in Aula quando il testo venne portato all’attenzione di deputati e senatori a poche ore dal voto.

Per una volta concordia tra la posizione dell’Esecutivo e quella di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria. Quest’ultimo ha ravvisato le fondamenta del Pnrr quando fu discusso a Villa Pamphili (era il 2020), definendo la sua costruzione “una serie di interventi a pioggia”. Il leader degli industriali affonda la lama su Conte e giustifica Draghi, “che ebbe solo 40 giorni per sistemare i punti deboli“.

Intanto sul Pnrr arriva un aiuto insperato, ossia quello di Paolo Gentiloni. Inatteso se si considera che il suo collega Valdis Dombrovskis è stato categorico su eventuali modifiche o rinvii delle scadenze. L’ex premier e attuare commissario Ue all’economia si è detto “ottimista” perché “il successo del Pnrr sarà possibile solo con una collaborazione proficua tra Roma e Bruxelles”.

Conte e il Pnrr, il filo si riannoda anche all’opposizione

Ma da dove nasce la replica di Fazzolari a Conte sul Pnrr?

Dalle parole pronunciate ieri dall’ex presidente del Consiglio alla manifestazione di alcune sigle sindacali. Il capo del M5s ha aperto il fronte a un tavolo di confronto sul Piano Nazionale di ripresa e resilienza con tutte le forze politiche. Conte ha parlato di “mano tesa all’Italia” perché il Piano non aiuta il singolo ma l’intero Paese. Esattamente come gli eventuali futuri errori, che andrebbero a danneggiare l’intera collettività.

Un messaggio rivolto in maniera esplicita al Partito Democratico di Elly Schlein, che però non si è ancora esposta sul tema.