Quante volte ci capita di sentire battute sessiste, omofobe o transfobiche, razziste? Innumerevoli. Il più delle volte, per quieto vivere, preferiamo lasciar correre la cosa. E, quando scegliamo di farlo notare, la risposta è sempre la stessa: “È solo una battuta!”.

Perché le battute sessiste non sono solo battute

Battute sessiste, omofobe, transfobiche o razziste possono essere molto offensive e ferire i sentimenti di alcune persone. Tuttavia, specialmente quando la “battuta” proviene da familiari o amici, preferiamo evitare lo scontro ed ignorare la cosa. Tanto più che, il più delle volte, la persona da cui proviene l’infelice battuta non agisce con cattiveria. Complice una cultura ancora profondamente patriarcale e poco aperta verso il diverso, le battute sessiste (oppure omofobe, transfobiche, razziste) vengono proferite con ingenuità e senza una vera consapevolezza della problematicità di quanto detto.

Proprio a causa di tale inconsapevolezza, un eventuale “rimprovero”, per quanto bonario, viene accolto molto negativamente. Le risposte più comuni sono “Sto solo scherzando!” oppure il sempreverde “Non si può più dire niente!”.

Non si può più dire niente!

Sì, forse è vero che, al giorno d’oggi, “non si può più dire niente. O, per meglio dire, ci viene chiesto di fare più attenzione a non dire cose che possano ferire la sensibilità di altre persone. Per quanto, il più delle volte, battute sessiste, omofobe o razziste vengano pronunciate senza un vero intento discriminatorio, non sta a noi decidere quanto e come le persone oggetto di tali battute possano sentirsi offese o turbate. Quel che ci viene chiesto è di prenderci cura dei sentimenti dell’altro, anche se la “battuta” che abbiamo in mente ci sembra del tutto innocente.

Mettersi nei panni dell’altro

Questa nuova sensibilità è percepita da alcune persone come un attacco alla propria libertà d’espressione, e c’è addirittura chi parla di “dittatura del politicamente corretto”.

Sicuramente, però, nessuno vorrebbe essere oggetto di “battute di spirito” crudeli e discriminatorie, e al tempo stesso quasi nessuno prova a mettersi nei panni del bersaglio delle proprie sagaci frecciatine. Se lo facessimo, forse non ci sembrerebbero più tanto divertenti.

Per cambiare il modo di percepire la realtà, è importante partire dalle piccole cose. Una risatina in meno, se fatta alle spalle di qualcuno che potrebbe soffrirne, può fare la differenza.

A tutti noi viene chiesto di attivare un cambiamento che non riguardi soltanto leggi e diritti – che sono ovviamente fondamentali -, ma che si estenda alla realtà di tutti i giorni. Imparare a rispettare la sensibilità altrui, anche se diversa dalla nostra, è fondamentale affinché avvenga un cambiamento che, giorno dopo giorno, coinvolga l’intera società.

Chiara Genovese