James McClean autismo. Scopre di essere autistico per mezzo della figlia di 4 anni. E’ la storia di James McClean, irlandese, centrocampista con 100 presenze nella nazionale irlandese e che ora gioca del Wigan (squadra della seconda divisione del campionato inglese), classe ’89. Ha deciso di rendere pubblica la sua storia. Da quattro anni è papà di una bambina a cui è stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico. Quattro anni in cui il papà e la mamma imparano a conoscere tutto del disturbo, per aiutare la bambina e per capire come starle vicino. Piano piano, seguendo il comportamento della figlia, James ha cominciato a capire qualcosa anche di se stesso. Trovava troppo simili ai suoi, certi atteggiamenti della bambina, tanto che decide di sottoporsi ad alcuni controlli. Gli stessi a cui qualche tempo prima avevano sottoposto la figlia per capire che disturbo avesse. E proprio alla luce di questi esami ha scoperto di avere lo stesso disturbo di Willow, la bambina. Ed ha deciso di renderlo pubblico, con un lungo post pubblicato su Instagram, nel quale ha raccontato tutto, dall’inizio alla fine, con una serenità meravigliosa e lanciando un messaggio di speranza e spiegando i motivi per cui ha deciso di raccontarlo. “Ho riflettuto per un po’ se renderlo pubblico e condividerlo. Ma alla fine l’ho fatto anche per Willow-Ivy, per farle sapere che capisco e che essere autistico non deve mai impedirle di raggiungere i suoi obiettivi e sogni“. E’ la frase con cui ha chiuso il messaggio tramite cui ha spiegato come sono andate le cose.

McClean, calciatore del Wigan, scopre di essere autistico e lo annuncia pubblicamente con un post su Instagram

Come tutti sapete – comincia il lungo messaggio scritto dal calciatore lanciato su Instagram – mia figlia Willow-Ivy è autistica. Gli ultimi 4 anni mi hanno cambiato la vita nel modo più sorprendente, ma è stato anche molto difficile a volte, mentre suo papà la guarda superare tutti questi ostacoli che la vita le ha posto, imparando a gestire le sfide che affronta quotidianamente“. Poi arriva la parte che lo riguarda “Più Erin – la moglie, ndr – e io apprendevamo sull’autismo, più abbiamo iniziato a capire che ero molto simile a Willow più di quanto pensassi. Vedo tante cose in lei che vedo anche in me stesso. Così ho deciso di andare a fare un esame per il Dsa. È stato come un viaggio e ora, avendo una diagnosi certa, sento che è arrivato il momento di condividerlo, visto anche il periodo (la settimana dal 30 marzo al 5 aprile è quella della sensibilizzazione nei confronti dei disturbi dello spettro autistico, ndr). Ho riflettuto per un po’ se renderlo pubblico e condividerlo. Ma alla fine l’ho fatto anche per Willow-Ivy, per farle sapere che capisco e che essere autistico non deve mai impedirle di raggiungere i suoi obiettivi e sogni“, ha concluso James McClean.

L’autismo cos’è

L’autismo, definito più correttamente “disturbo dello spettro autistico“, rappresenta un disturbo del neurosviluppo che può essere sospettato nella primissima infanzia e la cui diagnosi può essere considerata certa a partire dai 3 anni in su. Le caratteristiche fondamentali dell’autismo riguardano le difficoltà nella relazione e nella comunicazione, la presenza di interessi ristretti e ripetitivi. Bisogna sottolineare che il disturbo è molto eterogeneo. Alcuni bambini hanno importanti difficoltà di linguaggio. Vi sono bambini che, oltre all’autismo, possono presentare comportamenti più problematici come una certa aggressività nei confronti dell’ambiente che li circonda. Nei bambini più piccoli, in età prescolare, cioè fino ai 5-6 anni di vita, uno dei trattamenti più efficaci è la terapia mediata dai genitori. Questo tipo di terapia aiuta i genitori ad essere a loro volta erogatori di proposte di crescita per il bambino. Si tratta di un intervento che assiste i genitori e li accompagna nell’interazione con il proprio figlio.