Stonehenge calendario. Stonehenge, il sito archeologico che si trova vicino ad Amesbury nello Wiltshire in Inghilterra, è da sempre un monumento circondato dal mistero. Costruito nel 2600 avanti Cristo ha sempre attirato la curiosità dei turisti e soprattutto degli storici e archeologi che hanno fatto mille ipotesi sulla provenienza e sulla fattura della struttura. Nel tempo c’è addirittura chi ha immaginato che fosse stato eretto da qualcuno proveniente da altri mondi, ma questa è la teoria sicuramente più fantasiosa che è circolata dal monumento. Di sicuro c’è che il sito è uno dei più conosciuti in Europa, ed è patrimonio dell’UNESCO dal 1986 con i suoi megaliti che lo compongono: 30 pietre verticali da oltre 4 metri e altrettanti architravi. Del sorprendentemente complesso, che attira l’attenzione soprattutto per il suo spettacolare cerchio formato da megaliti e “a ferro di cavallo”, in realtà non sono mai state chiarite le funzioni. E durante tutti questi anni degli anni, sono state avanzate molteplici teorie sul significato di Stonehenge. La maggior parte degli studiosi hanno sempre ipotizzato che si trattasse di un tempio di culto. Tuttavia, gli archeologi hanno un’immagine abbastanza chiara di questo monumento come luogo per gli sacro per la sepoltura di cittadini di alto rango. E’ situato all’interno di un complesso paesaggio antico che comprendeva diversi altri elementi. L’archeoastronomia – cioè la combinazione di studi astronomici e archeologici che rappresenta la conoscenza e comprensione che gli antichi abitanti della terra avevano dei fenomeni celesti – ha a quanto pare un ruolo chiave in questa interpretazione visto che Stonehenge presenta un allineamento astronomico con il sole che si riferisce sia al solstizio d’estate che al tramonto del solstizio d’inverno. E questo rappresenta un interesse simbolico per chi l’ha ideato, nel ciclo solare, molto probabilmente legato alle connessioni tra l’aldilà e il solstizio d’inverno nelle società neolitiche. C’è chi lo ha definito un luogo di culto e chi invece sostiene che fosse un’antica sfera di cristallo o anche un luogo di cura. Addirittura ci sono stati aecheologi che hanno ipotizzato fosse semplicemente l’opera di ‘cavernicoli annoiati’, o anche un enorme strumento musicale.

Stonehenge potrebbe essere un gigantesco calendario, lo stabilisce una nuova teoria

Un’interpretazione che rimane molto distante da chi invece afferma che il monumento fosse utilizzato come un gigantesco calendario. Questa è l’ultima teoria emersa sul monumento, pubblicata nella rinnovata rivista di archeologia Antiquity. Secondo questa ipotesi, la struttura rappresenterebbe un calendario basato su 365 giorni all’anno divisi in 12 mesi da 30 giorni più cinque giorni – che vengono aggiunti con una certa cadenza per avvicinare la durata dell’anno del calendario a quella dell’anno solare – e con l’aggiunta di un anno bisestile ogni quattro. Questo calendario è identico a quello alessandrino, introdotto più di due millenni dopo, alla fine del primo secolo a.C. come combinazione del calendario giuliano e del calendario civile egiziano. Ma come si è arrivati a calcolare i giorni del calendario dalle pietre presenti a Stonehenge? Secondo la teoria esposta, il numero dei giorni viene ottenuto moltiplicando i 30 architravi di sarsen probabilmente presenti nel progetto originale per 12 e aggiungendo a 360 il numero dei triliti in piedi del ferro di cavallo, che sono cinque. L’aggiunta di un anno bisestile ogni quattro è correlata al numero delle cosidette pietre di stazione, che è, infatti, quattro. Questo macchinario sarebbe stato mantenuto in funzione utilizzando l’allineamento al solstizio dell’asse e sarebbe stato presumibilmente preso dall’Egitto, raffinando molto, tuttavia, il calendario egiziano, che era di 365 giorni (la correzione bisestile non era presente fino ai tempi romani). Questa è la teoria ammirevolmente affascinante che è stata sottoposta a un severo test di stress da due rinomati esperti di archeoastronomia, Juan Antonio Belmonte (Instituto de Astrofisica de Canarias e Universidad de La Laguna, Tenerife, Spagna) e Giulio Magli (Politecnico di Milano).