Case green 2023: la bozza della direttiva UE “Case green 2023” è stata approvata dal Parlamento Europeo, malgrado il dissenso e il voto sfavorevole che è arrivato proprio dall’Italia.

Questo nuovo provvedimento, che strizza l’occhio ad un futuro più sostenibile, riguarda in sostanza gli edifici e gli immobili ad uso residenziale, i quali dovranno raggiungere almeno:

  • la classe energetica F entro il 2030;
  • la classe energetica E entro il 2033.

Oltre a questo, la nuova normativa, il cui iter è ancora in fase di approvazione per la pubblicazione finale, prevede anche l’obiettivo di raggiungere le zero emissioni entro il 2050 per quanto riguarda gli immobili di nuova costruzione, nonché il divieto di agevolazioni per le vecchie caldaie a partire dal 2024.

Questa modifiche che sono richieste dal Parlamento Europeo, perciò, obbligano le famiglie italiane a mettere in atto tutta una serie di lavori di ristrutturazione al fine di raggiungere gli standard imposti per quanto riguarda i suddetti livelli energetici.

Cresce dunque la preoccupazione per l’obbligo di mettere a norma gli edifici, con il pericolo per le famiglie italiane di dover pagare di tasca propria le spese per effettuare gli interventi necessari.

Proprio per questo motivo, infatti, il governo vuole correre al riparto e reintrodurre le opzioni per la cessione del credito e lo sconto in fattura relativi ai bonus edilizi, oltre alle altre agevolazioni come ad esempio l’Ecobonus 50%, il bonus ristrutturazione e il bonus case green 2023.

Proprio su quest’ultimo ci concentreremo nelle poche righe successive, spiegando come funziona l’agevolazione che dà la possibilità ai cittadini di beneficiare di una detrazione fiscale pari al 50% sull’importo dell’IVA dovuta in fattura, per quanto riguarda l’acquisto di un immobile a basso impatto ambientale (classe energetica A o B).

E’ fondamentale che l’acquisto venga effettuato direttamente tramite il costruttore, senza intermediari, in modo da avere il diritto di usufruire di una detrazione fiscale ripartita in 10 quote annuali, a partire dal periodo d’imposta in cui sono state sostenute le spese.

Il bonus case green 2023, inoltre, prevede la possibilità di beneficiare di un’agevolazione che consiste nel pagamento delle imposte di registro, ipotecarie e catastali, in misura forfettaria pari a circa 200 euro.

Case green 2023: le dichiarazioni del relatore Ciaran Cuffe e il dissenso del ministro italiano Pichetto Fratin

In seguito all’approvazione da parte del Parlamento Europeo della bozza della direttiva UE “Case green 2023“, ecco quali sono state le parole di soddisfazione rilasciate dal relatore Ciarán Cuffe:

“L’impennata dei prezzi dell’energia ha riportato l’attenzione sull’efficienza energetica e sulle misure di risparmio energetico. Migliorare le prestazioni degli edifici europei abbasserà le bollette e la nostra dipendenza dalle importazioni di energia. Vogliamo che la direttiva riduca la povertà energetica e le emissioni, e garantisca migliori ambienti interni per la salute delle persone. Si tratta di una strategia di crescita per l’Europa, che creerà centinaia di migliaia di posti di lavoro locali e di buona qualità nell’edilizia, nelle ristrutturazioni e nelle energie rinnovabili, migliorando il benessere di milioni di persone che vivono in Europa”.

L’Italia ha votato “no” al nuovo provvedimento, ritenendo impossibili le tempistiche proposte e richiedendo la modifica delle stesse. Ecco le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin:

“Non mettiamo in discussione gli obiettivi ambientali di decarbonizzazione e di riqualificazione del patrimonio edilizio, che restano fondamentali. Manca però in questo testo una seria presa inconsiderazione del contesto italiano, diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ‘bene rifugio’ delle famiglie italiane. 

Individuare una quota di patrimonio edilizio esentabile per motivi di fattibilità economica è stato un passo doveroso e necessario, ma gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, sono ad oggi non raggiungibili per il nostro Paese. Nessuno chiede trattamenti di favore, ma solo la presa di coscienza della realtà: con l’attuale testo si potrebbe prefigurare la sostanziale inapplicabilità della direttiva, facendo venire meno l’obiettivo ‘green’ e creando anche distorsioni sul mercato. Forti anche della mozione approvata dal nostro Parlamento agiremo per un risultato negoziale che riconosca le ragioni italiane”.