Bolzano sempre più divisa. Torna la polemica linguistica nella provincia autonoma. Alcuni genitori hanno infatti chiesto che i colloqui con gli insegnanti si tengano esclusivamente in tedesco, per le scuole di Bolzano dove si parla tedesco. Un problema per i genitori che non sanno la lingua germanica. Ma il problema potrebbe essere ovviato, venendo accompagnati da un traduttore.

Torna così in auge un’antica polemica legata al bilinguismo negli istituti scolastici. Nella provincia ci sono infatti scuole dove si parla italiano e scuole dove si parla il tedesco che, attualmente, possono essere frequentate indistintamente da alunni di ceppi linguistici differenti. Però negli ultimi mesi è forte la spinta a una scissione linguistica, quasi a ricordare quella che colpì la chiesa nel Medioevo. Probabilmente si avranno quindi alunni tedeschi in scuole tedesche e alunni italiani in scuole italiane. Una mossa che però potrebbe allontanare le due comunità.

In in Alto Adige esistono tre assessorati alla scuola: quello in lingua italiana, quello in lingua tedesca e quello in lingua ladina. Il nuovo caso è stato sollevato a causa di una lettera indirizzata ai genitori dalla dirigente scolastica del comprensorio in lingua tedesca ‘Gries’ di Bolzano, Liselotte Niederkofler, nella quale ha puntualizzato che i colloqui alle udienze generali si terranno solo in tedesco. Poco importa se il genitore non conosce la lingue, perchè – come specificato nel documento – sarà “possibile una persona di supporto oppure un mediatore linguistico”. L’assessore provinciale Philipp Achammer (Svp) sostiene il concetto espresso dalla dirigente Niederkofler. La  lettera della dirigente scolastica è il terzo episodio di carattere etnico legato alla scuola nel capoluogo altoatesino negli ultimi dieci giorni. L’assessora alla scuola del Comune di Bolzano, Johanna Ramoser (Svp) ha proposto un test d’ingresso per gli studenti del gruppo linguistico italiano per accedere alle classi delle scuole in lingua tedesca, e la settimana scorsa un ragazzo è stato respinto dall’iscrizione ad una scuola media di lingua tedesca di Bolzano perché né lui né i suoi genitori sono conoscitori della lingua di Goethe.