A Bruxelles un paziente psichiatrico di 49 anni affidato ad una struttura sanitaria è stato ucciso dalla polizia. La drammatica vicenda è accaduta nella mattinata di ieri, Martedì 21 Marzo 2023, all’interno della clinica Fond’Roy situato nella prima periferia sud della capitale belga.

Era stato proprio il personale sanitario a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine per sedare gli squilibri del paziente poi freddato.

L’uomo pare infatti avesse una condotta aggressiva e fosse armato di un’arma da taglio, presumibilmente un coltello, con quale avrebbe minacciato gli infermieri. Da qui la segnalazione alla Polizia Locale per calmare il soggetto ed impedire un’aggressione.

I primi agenti arrivati sul posto avrebbero constatato lo stato particolarmente agitato dell’uomo e non sarebbero riusciti a limitare la sua pericolosità. È stato dunque richiesto il supporto di un’altra unità.

Nel corso poi delle operazioni per disarmarlo, gli agenti hanno esploso alcuni colpi di pistola per neutralizzare un attacco. Il paziente è stato colpito all’addome e ad un braccio. Le ferite sono apparse subito gravi e ne è stato disposto il trasferimento in ospedale con estrema urgenza. Qui l’uomo 49enne è stato dichiarato deceduto a causa delle profonde lesioni e dell’inarrestabile emorragia agli organi interni.

Bruxelles paziente psichiatrico ucciso da polizia: fatali gli spari all’addome

La notizia è stata divulgata in un comunicato ufficiale direttamente dal procuratore locale, che nel frattempo ha aperto un fascicolo di inchiesta per accertare la dinamica esatta dell’accaduto.

Il pm di Bruxelles ha inoltre descritto come l’intervento della polizia fosse stato espressamente richiesto dai responsabili dell’istituto dopo che il paziente aveva tentato di aggredire il personale.

“La polizia è stata chiamata a intervenire per un paziente descritto come aggressivo e che il personale non è riuscito a gestire”.

Dalla prima ricostruzione dell’accaduto, l’uomo era armato e avrebbe attentato alla vita degli infermieri prima di scagliarsi contro la polizia intervenuta. Gli agenti non avrebbero dunque avuto altra scelta che utilizzare le loro armi da fuoco per neutralizzare la minaccia. I colpi esplosi sono risultati però fatali con il 49enne morto un’ora più tardi.

“Il paziente in questione, 49 anni, avrebbe portato con sé un’arma da taglio. Sul posto è arrivata una prima pattuglia che ha dovuto chiamare direttamente i rinforzi a causa dello stato di agitazione dell’individuo e della minaccia che avrebbe presentato. Nel corso delle operazioni, gli agenti di polizia intervenuti hanno dovuto utilizzare la loro arma di servizio. L’individuo è stato colpito al braccio e poi all’addome. È stato portato direttamente in ospedale”.

La dottoressa Caroline Depuydt, che gestisce la clinica, avrebbe però smentito che il paziente fosse armato di un coltello. Nella concitazione del momento, il personale sanitario infatti avrebbe pensato che l’uomo stesse brandendo un’arma da taglio quando in realtà pare si trattasse di un meno pericoloso oggetto contundente.

Polemiche sull’abuso di potere della polizia

Le indagini sono ancora in corso e gli inquirenti non hanno fatto trapelare alcuna altra informazione circa le generalità della vittima né degli agenti coinvolti nella sparatoria.

Come consuetudine in Belgio, sull’inchiesta vige il massimo riserbo. È stato richiesto il parere di un perito balistico per confermare la traiettoria dei proiettili nonché la posizione di poliziotti e vittima.

L’episodio ha sollevato polemiche nella città, poiché già in altre occasioni la polizia di Bruxelles è stata accusata di abusi nell’uso della forza, specie in circostante di presunte violenze a danno di detenuti.

Solo due mesi fa un’operatrice sociale di 46 anni era morta in circostanze sospette all’interno di un commissariato della città dopo essere stata fermata perché in stato di ebbrezza.

La versione ufficiale fornita dalla polizia aveva descritto l’accaduto come un gesto intenzionale della donna di porre fine alla sua vita, mentre i famigliari della vittima non hanno mai creduto a tale ricostruzione e hanno incolpato le forze dell’ordine.

Le accuse di abuso di potere sarebbero poi fondate su altri episodi di maltrattamento nello stesso commissariato che avrebbero portato al decesso di due altri detenuti.