La mannaia dell’inflazione ha effetti globali, con la sterlina che subisce le ripercussioni in vario modo. Nelle ultime ore la valuta britannica ha guadagnato terreno sia su dollaro sia su euro. Lo sta facendo nonostante l’aumento del tasso inflazionistico che, sotto la Union Jack, si aggira intorno al 10%. La percentuale intorno alla quale ruota l’inflazione rischia, in questo momento, di alimentare la speculazione di un rialzo degli stessi tassi da parte della Bank of England. Tutto a pochissime ore dalle decisioni collegate della Fed, con il tema rialzo della sterlina rispetto alle altre monete globali che tornerà punto nevralgico di discussione.

Nel parallelismo con le altre monete la sterlina sale dello 0,6% sul biglietto verde a 1,2281 dollari e dello 0,37% a 87,82 pence per un euro, il giorno dopo forti perdite. Al 10,4% annuo a febbraio, l’inflazione nel Regno Unito è tornata a salire contro le attese degli economisti, che stimavano un calo. La risalita del tasso inflazionistico avrà delle ripercussioni anche sulle azioni della Bank Of England (Boe). Si attendono, in questo momento, le mosse proprio da parte dell’istituto.

La stessa Boe, che negli ultimi incontri aveva segnalato di poter smettere di alzare i tassi a condizione che l’inflazione continuasse a sgonfiarsi, potrebbe ora fare il percorso inverso. “L’inflazione sta andando nella direzione sbagliata e darà grattacapi alla Boe”, avverte Neil Wilson, analista di Finalto.

Sterlina e inflazione, lo spettro “crisi delle banche”

Proprio nell’ultimo periodo, con l’incubo “crisi delle banche”, tutto rischia di cambiare. E’ un’ipotesi che monta a maggior ragione dopo il fallimento della Silicon Valley Bank, seguita dall’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs. Proprio per questo motivo le banche centrali potrebbero essere tentate di aspettare prima di alzare ulteriormente i tassi. Una mossa che, almeno in Europa, era stata anticipata anche da Christine Lagarde, principale rappresentante della Banca Centrale Europea.

In questo momento pieno di incertezza economica i mercati pensano che proprio nel Regno Unito la stessa Boe alzerà il tutto di 25 punti base. La diagnosi, analoga, arriva anche dalla Fed. Un’altra spinta che potrebbe venire dagli istituti centrali arriva dalla mancanza di rimbalzo dalla vendita del Credit Suisse. Craig Erlam, analista di Oanda, sul punto dice che “ogni giorno che passa senza tragedie ci avvicina al momento in cui potremo lasciarci alle spalle la crisi delle piccole banche”. In senso contrario, potrebbero esserci nuove tensioni bancarie nei prossimi mesi.