Non si fermano i licenziamenti Amazon. Altri tagli, altre persone che rimarranno presto senza lavoro. I 18 mila che hanno già perso il posto, annunciati all’inizio dell’anno, evidentemente non sono abbastanza e il colosso di Jeff Bezos rimette le mani sulla forza lavoro a sua disposizione. La notizia, emersa tramite la pubblicazione di una lettera firmata dall’amministratore delegato Andy Jassy e destinata ai dipendenti, ha già fatto il giro del web. Si tratta di altri 9 mila lavoratori che, di qui a breve, saranno mandati a casa.

Licenziamenti Amazon: 27 mila posti persi in pochi mesi

I primi licenziamenti che avevano coinvolto Amazon, partiti già alla fine del 2022, avrebbero dovuto portare a un taglio di 10 mila dipendenti concentrandosi principalmente nella divisione retail del colosso di Seattle e nelle funzioni delle risorse umane come il reclutamento. Col passare dei mesi però, l’accentuarsi della profonda crisi che sta attraversando il settore tecnologico, e nello specifico quello dell’eCommerce, ha reso necessaria un’ulteriore revisione dei conti e dei posti di lavoro e da lì la decisione di tagliarne altri 8 mila prima e 9 mila ora. Un totale di 27 mila posti, nel giro di qualche mese.

La lettera dell’amministratore delegato Andy Jassy

“Poiché la settimana scorsa abbiamo concluso la seconda fase del nostro piano operativo – ha esordito nella lettera il Ceo di Amazonvi scrivo per comunicarvi che nelle prossime settimane intendiamo eliminare altre 9 mila posizioni, soprattutto nei settori Aws, Pxt, Advertising e Twitch. È stata una decisione difficile, ma che riteniamo sia la migliore per l’azienda a lungo termine”.

La decisione dei 18 mila, che aveva riguardato i primi tagli, era già considerata la più la più grande riduzione della forza lavoro nella storia del colosso di Seattle e oggi i numeri fanno ancora più paura, anche se va tenuto in considerazione che Amazon gode anche di una forza lavoro molto più grande rispetto alle altre aziende della Silicon Valley. Alla fine del settembre scorso infatti Bezos poteva contare su più di 1,5 milioni di dipendenti.

Nella lettera pubblicata poi l’Ad ha spiegato le motivazioni dei tagli ulteriori: “Nell’ambito del nostro processo di pianificazione annuale, i leader dell’azienda lavorano con i loro team per decidere quali investimenti effettuare per il futuro, dando priorità a ciò che conta di più per i clienti e per la salute a lungo termine delle nostre attività. Per diversi anni prima di questo, la maggior parte delle nostre attività ha aumentato significativamente il personale. Ciò aveva senso alla luce di quanto stava accadendo nelle nostre aziende e nell’economia in generale. Tuttavia, data l’incertezza economica in cui viviamo e l’incertezza che regna nel prossimo futuro, abbiamo scelto di razionalizzare i costi e l’organico. Il principio fondamentale della nostra pianificazione annuale di quest’anno è stato quello di essere più snelli, ma di farlo in modo da poter investire in modo robusto nelle esperienze chiave a lungo termine per i clienti, che riteniamo possano migliorare significativamente la vita dei clienti e di Amazon nel suo complesso”.

Infine Andy Jassy ci ha tenuto a dedicare un pensiero a coloro che saranno licenziati: “Voglio ringraziare chi è stato colpito da questi tagli, per il lavoro che svolto per conto dei clienti e dell’azienda. Non è mai facile dire addio ai nostri collaboratori e ci mancherete. Per coloro che continueranno a lavorare con noi, non vedo l’ora di collaborare con voi per semplificare la vita dei clienti ogni giorno e inventare nuovi progetti senza sosta per farlo”.

Amazon però non è l’unico colosso in crisi e costretto a licenziare. Secondo Layoffs.fyi, un sito che tiene traccia dei tagli di posti di lavoro in ambito tecnologico, dal 2022, i conteggi dei licenziamenti nelle aziende del settore hanno raggiunto circa 300.000 lavoratori.