È morta, all’età di 23 anni, Sofia Sacchitelli, la ragazza diventata un simbolo della lotta alle malattie rare per la sua resilienza nel fronteggiare il grave tumore al cuore che l’aveva colpita circa un anno fa. Studentessa di medicina al quinto anno presso l’Università di Genova, aveva deciso di raccontare la propria esperienza sui social, fondando anche un’associazione, “Sofia nel cuore”, con l’obiettivo di lasciare qualcosa di sé e delle sue opere anche dopo la sua scomparsa.

Morta Sofia Genova: a 23 anni era diventata un simbolo della lotta alle malattie rare

Dopo aver ricevuto dai medici la prognosi di un tumore molto raro, l’angiosarcoma cardiaco, che colpisce circa due-tre persone ogni anno per milione di abitanti, non si era persa d’animo, iniziando a raccontare la propria esperienza su Instagram e fondando un’associazione, “Sofia nel cuore”, per supportare la ricerca sulla sua malattia e per provare a migliorare la qualità di vita degli altri pazienti e delle loro famiglie, spesso distrutti dalla diagnosi. È la storia di resilienza che ha per protagonista Sofia Sacchitelli, la 23enne spentasi nella notte tra domenica e lunedì, diventata in poco tempo un vero e proprio simbolo della lotta alle malattie rare.“Per tutte le persone e le famiglie che si sono sentite spaventate, abbandonate e sconfortate al momento della diagnosi, come è capitato a noi”. E “perché nessuno riceva mai più una sentenza di morte come è capitato a me e a tutte le persone che hanno lottato contro la stessa malattia”.

A questo scopo aveva lanciato una raccolta fondi, investendo tutti i risparmi guadagnati come “studentessa lavoratrice”. “Chiunque vorrà – aveva spiegato sui social -, potrà contribuire, anche in minima parte, a raggiungere questo obiettivo. La raccolta sarà finalizzata a studi di ricerca sugli angiosarcomi realizzati da parte dell’Italian Sarcoma Group per permettere una cura e una qualità di vita migliori nei pazienti affetti da questa patologia”. Un segno di altruismo e di forza, per i quali il rettore dell’Università di Genova – dove la ragazza era al quinto anno di medicina – l’aveva insignita della Medaglia d’oro. Nel corso della cerimonia di conferimento, Sofia si era collegata da remoto con l’aula magna, riassumendo i punti centrali della sua associazione e tenendo poi una lectio magistralis nella quale aveva analizzato la sua malattia. Una malattia che alla fine non le ha lasciato scampo; la stessa che, però, le ha permesso di incidersi nel cuore di tante persone, migliorando la vita di molti pazienti e commuovendo l’Italia intera.

I messaggi di cordoglio sui social

“Sofia ha lottato contro questo male cercando anche di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle malattie rare. Aveva anche fondato, insieme ad altri, l’associazione “Sofia nel cuore”per un impegno sociale e di ricerca scientifica su questo tema. Sofia è stata un esempio di coraggio e di forza, oltre che di attaccamento ai valori scientifici e medici. Buon viaggio Sofia… anzi (anche se il destino ti ha privato di questa gioia terrena), buon viaggio Dottoressa… illumina da lassù la ricerca e lo studio delle malattie rare…”, ha scritto Matteo Bassetti, professore associato di Malattie Infettive dell’Ateneo genovese. “Ti ricorderemo con il sorriso sul viso e il coraggio di chi sa trasformare le difficoltà in solidarietà e speranza per gli altri. Addio Sofia”, ha scritto invece in una nota il Presidente della Regione, Giovanni Toti. “Tutta Genova e la Liguria – ha proseguito – oggi pregano per te e si stringono alla tua famiglia, ai tuoi amici, a chi ti vuole bene e porterà avanti il percorso che hai iniziato”. “La sua eredità e la sua tenacia non saranno mai dimenticate, buon viaggio Sofia”, sono state le parole del Sindaco di Genova, Marco Bucci.