Elly Schlein nuova Segretaria del Partito Democratico ha rimesso al centro del dibattito, quello appannaggio dell’area di centrosinistra e liberale, il tema delle alleanze. Secondo molti non c’è altra via, per competere il centrodestra guidato da Giorgia Meloni, se non quello di allargare il campo e, quindi, cercare intesa per un’alleanza. Ma le cose si fanno step by step. O forse non si fanno affatto come, ad esempio, dice Carlo Calenda che è più per discutere di battaglie comuni che per parlare di alleanze organiche con forze politiche – dice – lontane. Non molto distante è la visione del Movimento 5 Stelle che, attraverso le parole del presidente Giuseppe Conte, reputa prematuri i discorsi relativi ad una possibile alleanza progressista. Le sue parole:

Sono discorsi astratti – riporta l’AGI ora parliamo di dialogo sui temi, solo così costruiamo percorso di battaglie comuni per rafforzare il fronte progressista. Ragionare di alleanze significa anticipare una prospettiva di strutturazione delle forze assolutamente prematura, questo è il momento del dialogo, del confronto e dell’elaborazione di soluzioni concrete

La proposta di Conte:

Partiamo da 4 grandi patti su Lavoro, Sanità, Scuola e riequilibrio delle disuguaglianze e cerchiamo di costruire contenuti che ci possano dare un orizzonte di marcia comune. Da lì si vedrà se c’è un perimetro.

Nessuna porta serrata, quindi, di fronte alla possibilità di un tavolo di confronto perché:

L’obiettivo di ciascuna forza che abbia una vocazione progressista è battere le forze di destra conservatrici quindi qualunque strumento di dialogo è la premessa per questi obiettivi.

M5s, alleanza con il Pd? È presto

Insomma, la linea del M5s è la seguente: “Noi andiamo avanti e se ci sarà chi vorrà procedere con noi per ottenere dei risultati comuni sulle battaglie che portiamo avanti da sempre – è il ragionamento – va bene”. Andiamo avanti su cosa? L’intenzione di Giuseppe Conte è cercare di portare a meta i cavalli di battaglia del movimento: dal salario minimo oggetto di interrogazione alla premier Giorgia Meloni nel primo vis a vis con Elly Schlein nell’Aula della Camera e sul quale M5s rivendica il fatto che sia sua la prima proposta di legge incardinata per la discussione in Parlamento; alla riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendio, alla difesa del Superbonus 110%, – sul quale la domanda che circola è quale sia, alla fine, la posizione del Pd – alla necessità di trovare una soluzione pacifista per l’Ucraina  fermando l’invio delle armi. Questo indipendentemente dall’intesa, eventuale, con il Pd di Schlein. Una linea che verrà discussa anche con Beppe Grillo. Il comico genovese, in giro per l’Italia per il suo tour, sarà a Roma il prossimo 20 marzo. A riferirlo è l’AGI che aggiunge del possibile – ma non confermato – incontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte.

Le battaglie pentastellate

Giuseppe Conte ha presenziato, come altri leder politici, al congresso della Cgil tenutosi a Rimini. È stata l’occasione, per l’ex Premier, di toccare alcuni dei suddetti cavalli di battaglia. In primis l’introduzione del salario minimo che è “una vecchia battaglia che abbiamo ripresentato a ogni legislatura e non toglie nulla alla forza della contrattazione collettiva. Tutto ciò che ha rappresentato il Jobs act è un fallimento”.

Poi ha parlato della delega fiscale sul tavolo del Consiglio dei Ministri che è stata giudicata – in linea con quanto detto dal Segretario della Cgil Landini – inadatta. Così Conte sul nuovo fisco: “Un progetto recessivo per il Paese. Abbiamo una controproposta noi non possiamo permettere che ci sia un divario di 100-500 volte negli stipendi tra un operaio e un manager”. E poi: “abbiamo previsto un meccanismo di agevolazione fiscale per le aziende in cui il salario del manager non supera di 50 volte quello del dipendente”.